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Come vincere le elezioni in Italia

Fonda un partito, ne assumi la guida incontrastata e lo lasci posizionato per alcuni anni all’opposizione. Mentre gli altri governano li aspetti al varco, alzando i toni ad ogni loro errore. Nel frattempo, induci i cittadini a pensare che solo tu hai a cuore le loro vite, conquistando progressivamente la loro fiducia. Alla fine della legislatura i sondaggi ti indicano come il primo partito, mentre i tuoi competitor hanno perso consenso. Ti presenti in campagna elettorale con i favori del pronostico, sapendo che un’altra fetta di elettorato sta per decidere di votarti perchè ama salire sul carro dei vincitori e che i tuoi avversari perderanno ancora terreno, perchè non c’è niente di più divisivo della percezione di una sconfitta imminente. A quel punto, ti puoi persino consentire il lusso di cambiare comunicazione, rassicurando i mercati, gli alleati internazionali e i salotti buoni del Paese, imbarcando un po’ di loro amici che hanno cambiato più casacche politiche che calzini nella loro vita.

Arriva il giorno del voto: nonostante gli appelli di qualche irriducibile del jet set o della Chiara Ferragni di turno, hai vinto le elezioni, con ampio margine sulla concorrenza. Non ti resta che attendere il Capo dello Stato, che per prassi affida al leader del partito di maggioranza l’onore e l’onere di formare il nuovo governo. E’ lì – lo sai bene – che cominceranno le difficoltà. Perchè vincere le elezioni è molto più semplice che governare.

Gli alleati ti stanno già tempestando di richieste e indicazioni sulle loro ambizioni istituzionali, tra ministeri e sottogoverni vari: sai già che sarà impossibile accontentarli tutti e il primo scontento andrà direttamente al Corriere o a Repubblica a dire pesta e corna di te. Poi ci sono le minoranze che ritengono di poter rivendicare un giro di vite sui diritti (cancellare la legge sull’interruzione di gravidanza o quella sulle unioni civili) o di poter finalmente modificare questa Costituzione troppo democratica che ci hanno rifilato nel 1948 e illuminano il dibattito pubblico con proposte che interpretano il vero senso delle priorità nazionali (ripristinare il servizio di leva, mandare gli studenti a scuola pure d’estate, abolire il reddito di cittadinanza, sparare contro le Ong che salvano le vite agli immigrati).

E’ a quel punto che devi davvero dimostrare a tutti chi sei: perchè dentro di te sai bene chi gli italiani ti hanno votata per altri motivi e sebbene le battaglie ideologiche ti abbiano aiutata ad alimentare l’attenzione mediatica intorno a te e il tuo bacino elettorale, adesso serve altro. Si aspettano che tu renda migliori le loro vite, intervenendo sulle politiche del lavoro, sul caro vita, sulla sicurezza pubblica, sullo snellimento delle procedure burocratiche, su un servizio sanitario più adeguato alle necessità dell’utenza, su una scuola capace di parlare il linguaggio della contemporaneità, sulla lotta a quella criminalità di cui da giovane ti sei ritrovata a parlare, quando guardavi con ammirazione a Paolo Borsellino.

Se ti impegnerai a intervenire seriamente su tutto ciò conquisterai il rispetto anche di chi non ti ha votata e si sente lontano anni luce da te. Viceversa, farai la fine degli altri, lasciando praterie elettorale a chi è pronto a replicare esattamente lo stesso schema che hai utilizzato tu negli ultimi cinque anni.

Vincenzo Figlioli

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