“La più grande sfida per la Sicilia è il ritorno alla terra”. In una campagna elettorale caratterizzata da tanti temi, talvolta effimeri, è Lorenzo Giocondo a ricordare quanto i destini dell’economia siciliani siano legati al comparto agricolo, nelle sue varie sfaccettature. Imprenditore agricolo, già consigliere comunale a Poggioreale alcuni anni fa, è candidato all’Ars nella lista Cento Passi.
Quali sono le motivazioni che l’hanno convinta a candidarsi?
Mi candido perchè la situazione del settore agricolo è disastrosa. Oggi, per andare in campagna, l’agricoltore avrebbe bisogno dell’elicottero. Le strade provinciali, comunali e interpoderali sono al collasso, ma nessuno vede niente. Lo scorso novembre sono stato costretto a percorre 7 km a piedi a causa di una frana, il lattaio non è potuto venire nella mia azienda e ho dovuto buttare il latte. Da lì, poi, la decisione di organizzare la rivolta del latte, assieme a Domenico Bavetta, di Montevago.
Cosa l’ha portata a scegliere la lista Cento Passi?
Sono stato cercato quasi da tutti. Per anni sono stato un attivista storico del M5S: un anno e mezzo fa, a causa degli incendi che hanno devastato il territorio io e tanti miei colleghi abbiamo perso aziende, fieno, animali. Con Santo Buono del movimento Terra e Vita abbiamo portato un documento all’attenzione dell’onorevole Elena Pagana, abbiamo informato della situazione il Ministro Patuanelli nel corso di un incontro a Palermo, a Palazzo Comitini, alla presenza di Leoluca Orlando e di tanti altri sindaci, mentre mancavano quelli della valle del Belice, che ora parlano di territorio e di prevenzione. Abbiamo chiesto l’istituzione della figura dell’agricoltore (o dell’allevatore) custode. Il Ministro si è impegnato a tutelare gli allevatori con i ristori, che però non sono mai arrivati. Da lì mi sono allontanato e ho scelto Cento Passi, alla luce anche delle tante vicende del Belice che conosco.
Recentemente ha subito messaggi intimidatori…
Non è la mia prima esperienza politica, sono stato capogruppo di maggioranza dal 2003 al 2006. In quell’occasione ho portato all’attenzione del sindaco e dell’amministrazione comunale la realizzazione di un impianto eolico da 36,6 MW da parte di una ditta pulita, scegliendo la procedura più lunga, quella della trattativa tra ditta e proprietà, senza espropri, e consentendo al Comune di trattenere il 3% dell’energia prodotta dall’impianto: di fatto, avremmo disposto di tutte le risorse necessarie al territorio e avremmo avuto tante persone che sarebbero venute qui a lavorare per quest’impianto, mangiando e dormendo a Poggioreale. Purtroppo, si è poi presentata un’altra ditta di Bolzano, che ha scelto la strada della pubblica utilità e siamo stati scavalcati. Abbiamo trovato molti ostacoli contro questo progetto: l’assessorato, la valutazione di impatto ambientale, il Tar…Adesso il Cga ha annullato tutto. Da sempre lotto contro le multinazionali del cibo e della chimica, portando avanti un’azienda agricola che ha puntato sul settore biotecnico e sul biologico dal 1994.
Qualora fosse eletto, di cosa si occuperebbe principalmente all’Ars?
In primis, di dare dignità ai lavoratori del settore agricolo e zootecnico, abbandonati a se stessi. Nelle campagne deve esserci l’acqua, è ridicolo che nel 2022 gli allevatori trasportino l’acqua.
Come valuta l’operato dell’assessore regionale Scilla in questi anni?
Lo conosco, ha delle competenze sulla pesca, ma è poco esperto in materia di agricoltura.
C’è qualcuno che vedrebbe bene alla guida dell’assessorato?
Angelo Muscarelli, di Roccamena. E’ uno dei tecnici più preparati della Sicilia.
Visto il territorio in cui viviamo, quanto ha pesato il ruolo della criminalità organizzata sulla crisi agricola di questi anni?
Ha pesato. Come c’è un cartello della droga, c’è n’è uno anche per quanto riguarda il grano, la carne, l’uva e il settore zootecnico.