Domenica 25 settembre gli elettori, in Italia e in Sicilia, vengono chiamati alle urne per il rinnovo rispettivamente del Parlamento – dopo la caduta del Governo Draghi – e dell’Assemblea Regionale guidata dal dimissionario Nello Musumeci.
Un’unica tornata elettorale in un’unica giornata, dalle ore 7 alle 23, definita “Election Day” proprio perché accomuna elezioni politiche e regionali. Tra centinaia di liste e candidati, emerge tanta confusione.
Innanzitutto è la prima volta che si eleggeranno i membri del parlamento dopo la riforma del 2020, che ha ridotto i membri di Camera (da 630 a 400) e Senato (da 315 a 200). I nuovi membri del parlamento rimarranno, o dovrebbero rimanere, in carica cinque anni. Il condizionale è d’obbligo vista la storia politica del paese tra elezioni anticipate e governi tecnici.
Inoltre c’è un’altra novità: da quest’anno sarà sufficiente la maggiore età per esprimere le proprie preferenze per entrambi i rami del Parlamento, quindi i 18enni possono votare pure per il rinnovo del Senato per i quali prima era prevista un’età minima di 25 anni. Sia alla Camera che al Senato il 61% dei membri verrà assegnato con il metodo proporzionale: ovvero i seggi verranno ripartiti in base alle percentuali di voti ottenute da ciascun partito. Si tratta di 244 seggi alla Camera e 122 al Senato.
In questo caso le candidature sono presentate in collegi plurinominali, ciascuno dei quali elegge un numero di seggi determinato nei due rami del Parlamento. Sarà possibile votare la lista, ma non esprimere preferenze per i candidati singoli. Il restante 37% sarà scelto sulla base di un sistema maggioritario sistema maggioritario uninominale a turno unico che prevede che in ciascun collegio si presentino i vari candidati e che a vincere sia quello che ottiene più voti. Il restante 2% è riservato alla Circoscrizione Estero. Lo sbarramento per i partiti è del 3%.
I cittadini dovranno eleggere 70 deputati regionali secondo un meccanismo ibrido: 62 saranno eletti con il sistema proporzionale attraverso le liste provinciali, 7 saranno assegnati alla lista del candidato presidente vincitore attraverso un premio di maggioranza. Ad ogni provincia spetta un numero differente di seggi, a Trapani ad esempio 5. A differenza di quanto accade per le politiche, nelle regionali siciliane gli elettori possono esprimere le loro preferenze attraverso il voto disgiunto: si potrà votare una lista o un candidato di quella lista e il Presidente che appartiene ad un’altra coalizione. Ogni partito candidato deve superare un di soglia di sbarramento, pari al 5%, in almeno cinque province.
Non essendo previsto il ballottaggio, verrà eletto presidente il candidato capace di prendere anche un solo voto in più dei suoi avversari. Ultimo appunto riguarda exit poll e scrutinio: finito il voto domenica 25 settembre, dopo le 23 è previsto lo scrutinio per le Politiche con le prime proiezioni; l’indomani invece si terrà lo spoglio delle schede per le Regionali.