Medico cardiochirurgo, responsabile dell’Unità operativa complessa di Cardiochirurgia presso il ‘Maria Eleonora Hospital di Palermo’, il mazarese Giuseppe Bianco è candidato all’Assemblea Regionale Siciliana nella lista del Partito Democratico, a sostegno di Caterina Chinnici.
Quali sono le motivazioni alla base della sua candidatura?
La mia candidatura viene da una lunga storia politica, iniziata nel 2003 con il mio ritorno in Sicilia. In quell’occasione mi è stato chiesto dalla coalizione di centrosinistra di candidarmi alla carica di sindaco di Mazara. Successivamente, accanto ai miei impegni professionali il mio percorso politico è continuato: sono stato consigliere provinciale e nuovamente candidato a sindaco nel 2014. Questa candidatura all’Ars è, dunque, la naturale evoluzione di un percorso politico intrapreso anni fa. Adesso, poi, Mazara vuole riaffermare il proprio primato politico nel segno di un’area progressista che spesso è stata penalizzata e che in questa fase può contare su un circolo forte e su una nuova classe dirigente.
Da professionista del settore come valuta il lavoro fatto dall’assessorato alla sanità, in particolare con la gestione della pandemia?
Sono un medico e l’assessorato alla sanità è il mio datore di lavoro. Da un punto di vista politico, tuttavia, ritengo che la gestione sanitaria in questi cinque anni, e della pandemia in particolare, è stata devastante. Lo dicono i dati, che ci vedono ultimi in tutti gli indicatori sulla buona salute. La nostra provincia, poi, è stata ulteriormente penalizzata dalla vicenda di Marsala, che è stata privata di un ospedale importante, quando si sarebbero potute fare altre scelte. Il mio giudizio è dunque assolutamente negativo, sia per la gestione della pandemia che per la sanità ordinaria: sono ancora troppi i cittadini costretti a prendere l’aereo per curarsi…
Del governo Musumeci faceva parte anche un suo concittadino, Toni Scilla. Che idea si è fatta del suo operato?
Il mio giudizio sul governo Musumeci è pessimo. Ma, del resto, lo hanno certificato anche i suoi alleati, che hanno fatto di tutto per non ricandidarlo. Se avesse agito bene lo avrebbero riproposto. Invece l’azione politica di Musumeci è stata ritenuta carente su tutti i fronti e anche il nostro concittadino è stato coinvolto in questa gestione fallimentare.
Qualora venisse eletto a rappresentare il trapanese all’Ars, quali sarebbero le sue priorità?
Le priorità del nostro territorio sono sotto gli occhi di tutti. Al di là della sanità, di cui abbiamo già detto, c’è da ridiscutere la gestione dei rifiuti, dell’acqua, del turismo, dell’aeroporto di Birgi. Questa parte della Sicilia ha la fortuna di avere un territorio straordinario, da un punto di vista storico, paesaggistico. Per non parlare della nostra agricoltura, del mare…Abbiamo il dovere di esaltare queste caratteristiche per far sì che i giovani possano investire qui, in base alla loro formazione. Per quanto mi riguarda, la mia priorità è lavorare, lavorare, lavorare, con il coinvolgimento di varie competenze per dare risposte adeguate alle molteplici problematiche presenti.
La lista del Pd in provincia di Trapani sembra molto equilibrata. Quali sono le sue aspettative a riguardo?
La lista del Pd da sempre esprime almeno un deputato regionale. Quella di quest’anno rappresenta il meglio delle disponibilità che si erano manifestate. I cinque candidati hanno storie completamente diverse e proprio questa può essere l’arma vincente della lista: c’è chi viene dalla politica, chi dalle professioni, chi dal mondo della sanità, chi da quello scolastico… Riteniamo che questa pluralità di persone possa essere attrattiva per l’elettorato democratico e moderato, che nella lista del Pd potrà trovare una sponda rispetto al dilagare di questa destra, incapace di risolvere i problemi che ci portiamo dietro.