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Gandolfo (Cento Passi): “Con Musumeci 5 anni di vuoto, servono nuove energie”

Come nel 2017, anche quest’anno il movimento Cento Passi partecipa alla competizione elettorale per il rinnovo dell’Ars. L’ambizione, rispetto a cinque anni fa, è portare in aula una rappresentanza parlamentare più nutrita. In provincia di Trapani, tra i candidati in lista c’è Antonio Gandolfo.

Nato a Tunisi 64 anni fa da genitori siciliani emigrati in terra d’Africa, di origine favignanese e marsalese. per quaranta anni ha lavorato nel settore del credito, oltre 20 dei quali con responsabilità sindacali nella CGIL provinciale dei bancari, quale lavoratore tra i propri colleghi.

Come nasce questa candidatura?

Ho accettato l’indicazione delle compagne e dei compagni della nostra comunità politica, che hanno condiviso insieme il percorso in questi anni di impegno politico e di partecipazione alla vita del nostro paese. Una scelta semplice e diretta; quando si lavora insieme per costruire un progetto di cambiamento della società e della politica, è immediata la soluzione, che spinge verso l’individuazione di una candidatura coerente con la storia personale. Ho avuto nel tempo l’opportunità di assumere ruoli di responsabilità nel sindacato e nella politica, senza cedere alla logica del potere e del personalismo, ma alimentando una visione collettiva. Sarò sempre dalla stessa parte della giustizia per le persone e per la società, attraverso l’iniziativa fatta insieme agli altri, con una sensibilità al dialogo e alla comprensione delle ragioni di tutti. L’approdo alla lista dei Cento Passi ha origine in questo contesto, in adesione alle idee di radicale cambiamento e di progresso per la nostra Sicilia, che sono state promosse dalle forze sociali e politiche e premiate dagli elettori con la elezione di Claudio Fava alla assemblea regionale, che ha lavorato con la responsabilità di presidente della commissione regionale antimafia.

Fino alle primarie la coalizione progressista sembrava molto competitiva per la vittoria finale. Che idea si è fatto dell’uscita del M5S?

L’energia spesa per dare vita alla coalizione progressista formata dai Cento Passi con il Partito Democratico e i Cinquestelle, aveva consentito un percorso comune fino alle primarie, per la scelta del candidato presidente da sostenere insieme. Le divisioni del centrodestra favorivano una competizione aperta dall’esito incerto, dove il campo progressista poteva coltivare legittimamente ambizioni di successo. La scelta compiuta a Roma, con la divisione sbagliata tra Letta e Conte, ha determinato una rottura in Sicilia che non ha motivazioni, se non la subalterna accettazione della perdita di autonomia con l’indebolimento delle proprie ragioni. Una campagna elettorale all’insegna di una identità di bandiera, senza la responsabilità di un progetto alternativo al governo della Regione, può compiacere lo spirito di appartenenza al proprio partito, ma porta dritto verso un esito scontato.

Come valuta i cinque anni di governo Musumeci?

Il governo Musumeci fa parte di quella triste sequenza di amministratori senza progettualità né capacità di incidere sulla vita della Regione. Il doppio petto e lo stile affettato hanno nascosto il vuoto di contenuti e di forza innovativa. Nessuno dei gravi problemi della Sicilia è stato affrontato; Sanità, Trasporti, Ambiente, Lavoro, Gestione dei rifiuti, Agricoltura, sono rimasti fermi al palo. Un fallimento annunciato e realizzato su tutti i temi caldi che in questi anni sono stati lasciati a marcire, rendendo il declino sociale ed economico ancora più grave e non governato. La mancata conferma alla candidatura, da parte delle forze politiche che lo avevano sostenuto, testimonia l’assoluto giudizio negativo sul suo operato.

Ritiene che il movimento Cento Passi sia davvero cresciuto rispetto alla prima esperienza del 2017?

L’entusiasmo della nascita dei Cento Passi ha portato tanti siciliani a guardare con speranza alla possibilità di dare una svolta a questa terra tradita dalla mafia, dalla corruzione e dal clientelismo, che hanno rapinato risorse ed energie preziose per il futuro e i giovani. Grande è stato il lavoro fatto dalla rappresentanza in assemblea regionale, per denunciare il malgoverno, lo scambio tra affari e politica, i fallimentari provvedimenti dettati da superficialità e subalternità agli interessi che contano e pretendono soddisfazione. La presidenza della commissione regionale antimafia ha dato impulso a molteplici indagini e relazioni che hanno aperto uno squarcio al velo di opacità e di collusione, a partire dal mondo delle istituzioni inquinate da presenze e comportamenti contigui agli interessi mafiosi. Eppure non è stato solo il terreno della legalità e della lotta alla mafia a marcare l’iniziativa politica dei Cento Passi. Numerose, infatti, sono state le attività di sostegno alle vertenze sociali ed economiche, attraverso interrogazioni e proposte di merito, che hanno accompagnato e dato forza alle rivendicazioni su tanti temi, quali il lavoro, la sanità, i trasporti, che segnano la qualità della vita dei siciliani. Adesso occorre ripartire per dare nuovo impulso al progetto attraverso la generosità e l’impegno di tanti, che hanno dato la propria disponibilità per rendere il sogno di una Sicilia più giusta una realtà da affermare.

Quali sono i principali punti su cui vorrebbe lavorare dagli scranni dell’Ars, a beneficio del territorio trapanese?

Nel tempo ho soffermato la mia attenzione su diversi temi che sono strettamente collegati alla questione dello sviluppo economico del territorio e della qualità del lavoro. Le infrastrutture materiali del territorio trapanese, quali il porto, l’aeroporto, il cantiere navale, l’università, l’industria agro-alimentare e il turismo, sono al centro di una idea di crescita legata alle nostre vocazioni storico-geografiche. Occorre lanciare la progettualità innovativa attraverso la mobilitazione delle competenze professionali d’eccellenza, promuovere la fondamentale rete di leale collaborazione istituzionale, costruire e praticare forme di co-programmazione e co-progettazione con i protagonisti del terzo settore. Migliorare la nostra competitività di sistema si può, si deve. È indispensabile un lavoro di grande cura diretto alla partecipazione della rappresentanza associativa della economia e del lavoro, al confronto con l’associazionismo espressione delle diverse sensibilità sui temi sociali e culturali, all’ascolto delle ragioni dei soggetti portatori di interessi generali. Gli investimenti necessari dovranno sempre misurarsi con la sostenibilità ambientale ed essere coerenti con la politica della riconversione energetica, per l’economia circolare, dentro la visione di una società rispettosa della natura, in questo momento cruciale per il destino dell’umanità. È questo il contributo che intendo portare quale istanza del territorio nell’agenda dei lavori della assemblea siciliana. Nuove energie da mettere a servizio delle nostre comunità, per dare prospettive di vita alle giovani generazioni, per il riconoscimento delle donne protagoniste della società, per dare giustizia a chi cerca lavoro e non lo trova, per chi lavora e viene pagato poco o niente, per la dignità e i diritti di chi spende la propria vita nel lavoro. È per questo che chiedo il sostegno e il voto di tutte le persone che vogliono contribuire con passione a cambiare le nostre comunità, per farle diventare più giuste, a misura dei nostri bisogni e della vita di tutti.

Vincenzo Figlioli

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Tags: Antonio Gandolfo