Sit-in all’ospedale di Marsala per chiedere un ritorno a pieno delle attività non Covid; 8 mila firme per la petizione promossa dalle associazioni del territorio; l’ospedale di Salemi che vive persistenti disservizi e disagi per gli utenti; le continue problematiche, anche di declassamento, dei nosocomi di Mazara e Castelvetrano; l’interrogazione fatta dal senatore 5 Stelle Maurizio Santangelo al ministro della Salute circa il reparto di Cardiologia del Sant’Antonio Abate di Trapani, carente di personale e con pazienti affetti da Coronavirus che convivono in reparto con quelli non positivi.
In provincia di Trapani la sanità è allo sbando. Lo è anche quando dalla Regione arriva un comunicato in cui si afferma che è diminuito in modo consistente il numero dei siciliani che si è rivolto a strutture fuori dall’isola. Lo rivela un’analisi di Kpmg che mette a confronto l’ultimo periodo pre-pandemico, il 2019, con il 2021 e non tenendo conto del 2020 con il lockdown. Un esempio: i siciliani che sceglievano di curarsi in Lombardia nel 2019 erano più di 15mila mentre nel 2021, 9.700.
Ribaltando questa notizia positiva, il dato resta allarmante: le province in cui si va di più a farsi curare fuori sono quelle di Agrigento (9%) e Trapani (11%), quindi quelle con maggiori disservizi in ambito sanitario. Bisogna altresì capire perché non si sceglie di andare altrove a farsi curare, perché non ci sono spesso le possibilità economiche?
Resta il fatto che in Italia nel 2021 i tumori hanno causato la morte di 100.200 uomini e 81.100 donne.