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Vandalizzato il murales dedicato a Francesca Morvillo a Trapani

Il murales che si trova nel cuore del Rione Sant’Alberto, a Trapani, dedicato a Francesca Morvillo, magistrata e moglie di Giovanni Falcone – vittima nello stesso attentato mafioso che uccise il marito il 23 maggio 1992 – è stato imbrattato da ignoti.

“Lo ritengo un gesto davvero vergognoso e criminale soprattutto per l’alto valore simbolico assunto dal murales, dedicato a una persona che ha perso tragicamente la vita per mano della mafia. Un vigliacco oltraggio alla memoria proprio nell’anno del 30º anniversario della Strage di Capaci.Un atto che risulterebbe molto grave anche se il valore simbolico di quell’opera non fosse stata nota agli ignoti artefici perché questo indicherebbe l’assoluta mancanza di conoscenza e di memoria, elementi dei quali non si può prescindere nella lotta alla mafia”, ha affermato in una nota il senatore del MoVimento 5 Stelle, Vincenzo Santangelo.

Parla anche la consigliera comunale Marzia Patti: “No, non è stato vandalizzato solo il murales in onore di Francesca Morvillo. Sono stati vandalizzati un quartiere, una comunità, le mani di giovani che credono nel cambiamento, nel futuro, nel domani. Io ricordo perfettamente l’emozione dei bambini e dei loro genitori quando abbiamo scoperto il murales. Il senso di orgoglio collettivo. Questo gesto colpisce loro. Sono stati vandalizzati anni di lotta alla mafia, il pensiero di tantissime generazioni, di tantissimi studenti. Ma Trapani continuerà a rispondere a tali atti continuando la sua lotta per la legalità“.

Rifondazione Comunista esprime solidarietà nei confronti dei familiari delle vittime della mafia a seguito dell’atto intimidatorio di cui è stato vittima la scorsa notte il murales sito nel rione Sant’Alberto di Trapani dedicato a Francesca Morvillo, assassinata dalla mafia insieme al marito Giovanni Falcone e i membri della scorta il 23 maggio del 1992.

“A trent’anni di distanza dalle stragi mafiose simili atti acquisiscono una forza che non può essere sottovalutata, alla quale occorre contrapporre una netta presa di posizione in favore della legalità e della lotta alle mafie, tramite la pratica dell’antimafia sociale e la divulgazione della cultura della legalità. Perché le idee di quelle donne e di quegli uomini che hanno perso la vita per una Sicilia diversa possano continuare a camminare sulle nostre gambe”, afferma RC.

redazione

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