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Sicurezza e prevenzione, a Marsala se ne parla con Giuseppe Linares

Presentato a Marsala martedì, il libro scritto da Giuseppe Linares dirigente di Polizia e direttore del Servizio centrale anticrimine, “Sicurezza, pericolosità e prevenzione nella società del rischio” assieme a Daniela Mainenti (Giuffrè Editore).

Alla presentazione sono intervenuti il giornalista Rai Fabrizio Feo e Francesco Messina direttore della Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato. All’evento, svoltosi nell’ambito della rassegna culturale e letteraria “morsi & sorsi di libri”, promossa da “morsi & sorsi… di Sicilia” e dall’Associazione Libera Marsala, ha partecipato come moderatore Salvatore Inguì, referente di Libera per la provincia di Trapani.

Nel corso del dibattito il Prefetto ha ricordato come “Gli strumenti normativi per la lotta alle mafie ci sono e sono più che sufficienti”. Numerosi i temi affrontati nel dibattito, dalla devianza minorile alla lotta alla mafia, passando per la violenza di genere e la prevenzione dei femminicidi, tematiche che non solo rappresentano settori dove la Polizia di Stato sta realizzando uno sforzo intenso, con strategie innovative.

Secondo Linares, nella società attuale il pericolo assume forme variegate tanto da poter parlare di un “polimorfismo” della devianza criminale a cui il legislatore ha risposto con l’introduzione negli ultimi anni di nuove misure di prevenzione, ben dieci, componenti di un sistema che vede al suo centro la figura del Questore quale autorità provinciale di Pubblica Sicurezza.

Si è parlato anche di criminalità minorile, tema molto sentito negli ultimi anni dal territorio lilybetano, fenomenologie, a detta di Messina, che derivano indubbiamente da una sofferenza giovanile e da un fallimento sociale, ma che non deve essere avvertita come una minaccia vera alla sicurezza di una Città: “I ragazzi vanno recuperati, non criminalizzati”, dicono.

Il direttore centrale anticrimine ha ribadito l’importanza delle misure di prevenzione patrimoniali: “Colpire le mafie attraverso l’ablazione dei patrimoni illecitamente accumulati nel corso degli anni grazie all’agire mafioso – ha ricordato – vuol dire indebolire l’organizzazione e la sua capacità di riemergere quando colpita dalle operazioni di polizia giudiziaria, di cui i sequestri antimafia rappresentano la necessaria complementazione. Queste misure rappresentano uno strumento messo a punto negli ultimi 40 anni anche grazie alle intuizioni di nobili servitori dello Stato che hanno perso la vita per questo motivo“.

redazione

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