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Pascasino e Mazzini incontrano l’autrice di “Io, Felicia” a Casa Impastato

Una giornata interessante e intensa,  all’insegna della legalità e nel segno della memoria. Così la  II C del Liceo Statale “Pascasino” e alcuni ragazzi di varie classi della Scuola Media “Mazzini” di Marsala, accompagnati dalle docenti di Lettere, Teresa Bono e Veronica Maugeri, hanno visitato “Casa Memoria Impastato”, dove si è svolto l’incontro con l’autrice  Mari Albanese che, insieme ad Angelo Sicilia, ha collaborato alla stesura del  libro “Io Felicia” (Navarra Editore). 

Un’esperienza indimenticabile ed emozionante per i ragazzi. Grande attenzione e interesse da parte degli studenti che hanno avuto la possibilità, appena arrivati a Casa Felicia, di  ascoltare le parole di Pino Manzella, che  ha ricordato l’amico di una vita: Peppino, un compagno di avventure, di esperienze tra il partito e radio Aut,  ucciso dalla Mafia  e poi accusato di terrorismo. Manzella, con voce emozionata, ha raccontato del 9 maggio 1978, di come è stato ritrovato il corpo di Peppino Impastato e di come la mafia ha cercato di infangare il suo nome. Un percorso di depistaggi, di sofferenze, paure ma anche di ribellione di fronte a tante atrocità. Un percorso  che viene raccontato da Felicia  Impastato, madre di Peppino,  nel libro scritto da Mari Albanese e Angelo Sicilia. 

È proprio dalla voce di  Mari Albanese che  i ragazzi di Marsala del Liceo “Pascasino” e della Scuola media “Mazzini” hanno ascoltato le parole di Felicia Bartolotta, che nell’estate del 2002 si è  lasciata intervistare dai due giovani attivisti. Sono conversazioni intime e toccanti. “Mamma Felicia” racconta del suo passato, del rapporto conflittuale col marito, del grande amore per suo figlio Peppino, della sua scelta e della morte violenta del figlio, di come abbia deciso di aprire le porte della sua casa a tutti i giovani, per coltivare la memoria e spargere semi di consapevolezza per il futuro.

Albanese ha sottolineato come nelle parole di Felicia, che appoggiò e sostenne suo figlio nel suo opporsi alla mafia, trovano posto la voglia di giustizia di una donna indomita, coraggiosa, forte e insieme la tenerezza di una madre che ricorda aneddoti dell’infanzia di Peppino, della sua giovinezza dedita alla militanza politica.

Felicia racconta la sua paura, i suoi timori, il suo dolore, ma con lo sguardo al futuro e alle nuove generazioni, affinchè possano mantenere viva la memoria  e agire in piena coscienza. Alla fine della presentazione del libro, gli studenti  hanno voluto esprimere il loro interesse e la loro evidente partecipazione, rivolgendo delle domande all’autrice. Un incontro informale in cui il dialogo ha primeggiato all’insegna della legalità nel ribadire un NO secco alla mafia. La mattinata si è conclusa con l’emozionante percorso dei 100 passi, riflettendo sulle “pietre di inciampo”.

 “La mafia si combatte con la cultura e non con la pistola”.

redazione

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