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Il censurato e noi al supermercato

Il censurato immaginario è il nuovo soggetto che spadroneggia indisturbato nei talk show soprattutto serali in cui, a volte sonnecchiando, ci imbattiamo dopo cena. “Mi censurano perché dico verità scomode”, abbiamo più volte sentito gridare dal nostro/a seduto davanti ad un microfono, mentre il collega conduttore cercava di intervenire per riportare la calma. Il massimo lo abbiamo ascoltato l’altra sera quando, era tardi e complice un nostro abbiocco, non siamo più in grado di ricordare il titolo della trasmissione, un cattedratico ( fateci caso tra questi soggetti non c’è mai un operaio o una impiagata) affermava: “la propaganda che ci propinano in televisione”.

Ma come? Tu sei lì in Tv, invitato non ti sei certo imbucato, e invece di argomentare le tue idee te la prendi con l’ospite che ti permette di esporle? La verità è quella che per avercele (le idee) ci vuole la testa e certuni per mancanza dell’oggetto, farebbero meglio a tacere. E’ solo grazie a questo “malato” che avremo, noi poveri stupidi, la possibilità di arrivare alla verità: quella che “gli altri non ci dicono”. Noi siamo delle vittime inconsapevoli di un sistema che è costruito per mentirci. Se ci dicono che il sole è giallo: stanno mentendo; se si afferma che Putin è un dittatore, la verità è quella che siamo noi i veri dittatori; l’Ucraina? E’ colpa degli ucraini se sono stati attaccati (uno ha affermato che hanno reponsabilità soltanto parziali: un vero esperto di politica internazionale…); la Siria? Viva Bashar al Assad che ci ha difeso dall’Isis. “E delle Torri Gemelle?” qualcuno domanderà al censurato immaginario. “Semplice, sono stati gli stessi americani a buttarle giù per scatenare la guerra”.

Confusamente proseguiamo: il censurato immaginario ci dirà che queste verità non vogliono che le sentiamo in nome del politicamente corretto che lui, invece, vorrebbe abolire. E questa eliminazione, in verità, non potrebbe che portare al negazionismo più becero. Questo malato, neanche tanto terminale, contiene un germe più grave che è quello della sfiducia. Ci dice che non dobbiamo credere a nulla, che non siamo liberi e che quella dove viviamo non è democrazia. “Bisogna cambiare tutto, altrimenti è dittatura”. La Storia insegna che quando si delegittima una democrazia il risultato è quello di finire nell’anticamera del totalitarismo. E il censurato immaginario ne è discepolo.

Stiamo attenti, il vaccino non ha fatto effetto però ci hanno inoculato enzimi di spie per rintracciarci e seguire i nostri spostamenti. Noi siamo al sicuro: abbiamo fatto le tre dosi, ma al massimo ci scoprono al supermercato (ma giuriamo abbiamo sempre pagato tutto. Anzi forse, beh, nelle scorse settimane abbiamo assaggiato una fragola: che vergogna, quelli del vaccino già lo sanno).

Gaspare De Blasi

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