Il Parco archeologico di Segesta si arricchisce di un nuovo sistema di pannelli informativi in corrispondenza delle aree visitabili. Si tratta di venti pannelli, realizzati sotto il coordinamento scientifico della direttrice del Parco, l’archeologa Rossella Giglio, che contengono ricostruzioni e immagini dei ritrovamenti con una breve sintesi della storia del sito in doppia lingua: italiano e inglese.
Un pannello presenta la mappa del territorio ed uno, in prossimità del teatro, riassume la storia recente degli spettacoli.
È l’ultimo atto compiuto dalla direttrice del Parco archeologico di Segesta, Rossella Giglio, che dal primo maggio è andata in pensione lasciando la gestione ad interim all’architetto Luigi Biondo, attuale direttore del Museo Riso.
“Sotto la direzione della dottoressa Giglio – sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – il parco Archeologico di Segesta ha conosciuto una interessante stagione di rilancio di tutte le attività, sia quelle di ricerca che di miglioramento del sito e di ampliamento dell’offerta culturale. Sono certo che la sua competenza scientifica continuerà a sostenere l’azione di valorizzazione di questo sito che ha ancora moltissimo da restituirci sulla popolazione che vi abitò. In questi ultimi due anni sono stati sottoscritti, peraltro, numerosi accordi di collaborazione scientifica con diversi atenei italiani e di altri Paesi e posti importanti presupposti i cui frutti non tarderanno ad arrivare”.
E proprio gli scavi tornano ad essere protagonisti a Segesta. Pronta a ripartire la missione archeologica del Laboratorio SAET della Scuola Normale di Pisa, guidata da Anna Magnetto, con le indagini sul versante sudorientale dell’Agorà, dove lo scorso anno è stato riportato in luce un importante spazio pubblico dedicato ai giovani.
Le informazioni su questo ritrovamento provengono anche da una iscrizione posta alla base di una statua, conservata in situ, che ricorda il nome e le opere di un noto personaggio segestano, Diodoro figlio di Tittelo, che era stato ginnasiarca e aveva, a sua volta, finanziato la costruzione di un edificio per i giovani della città. Lo stesso personaggio aveva dedicato alla sorella Uranìa, sacerdotessa di Afrodite, una statua che riporta un’iscrizione ben conservata e leggibile; statua rinvenuta nel XVII secolo presso il tempio dorico, ed oggi esposta nel nuovo Antiquarium di Segesta.
Prosegue, ancora, nell’area dell’Acropoli Sud l’intervento di restauro dei pavimenti marmorei e degli intonaci parietali che erano stati rimessi in luce, durante lo scorso mese di luglio, nella “Casa del Navarca”. Questa zona sarà presto aperta al pubblico, grazie anche ai nuovi percorsi che sono stati realizzati sotto la direzione della dottoressa Giglio.
E sono le nuove convenzioni sottoscritte con prestigiose università di tutto il mondo, che annunciano una stagione molto interessante. Stanno per avviarsi i nuovi scavi della missione dell’Università di Ginevra e dell’Università di Tucson (Arizona, USA) che indagheranno l’area di contrada Badia. Nuove ricognizioni sul percorso delle fortificazioni saranno realizzate dalle Università di Berlino (Freie) e Università di Viterbo (Tuscia) mentre al Santuario di Mango scaverà l’Università di Palermo.
Nuovi cantieri di scavo anche nel territorio di Salemi dove si opererà su due siti: a San Miceli tornerà a scavare la Andrews University (Michigan, USA) mentre nel sito di Mokarta parte una nuova missione targata Università di Bologna e CNR.
Tutto questo mentre il Parco archeologico, che da qualche mese si avvale dei servizi aggiuntivi di Coopculture, registra un incremento dei visitatori che porta a circa 1.500 le presenze giornaliere.