Ricorre oggi il 40° anniversario dell’omicidio di Pio La Torre e Rosario Di Salvo. Era il 30 aprile del 1982 quando il leader del Pci siciliano e il suo autista furono uccisi dalla mafia, nel bel mezzo di una stagione cruenta, che vide Cosa Nostra alzare il tiro nella sua lotta contro lo Stato e, in particolare, nei confronti di politici, magistrati, giornalisti, professionisti che con il loro rigore morale si opponevano all’arroganza mafiosa.
“Rosario e Pio ci hanno consegnato i presupposti per fare dell’Italia un Paese migliore e 40 anni dopo l’Italia è il Paese dell’antimafia. Mio padre amava dire che la lotta contro la mafia era parte della difesa della democrazia, perché si è contro la mafia se si ha a cuore la Costituzione, poiché quel sistema politico-mafioso fa strame dei diritti fondamentali”. Queste le parole pronunciate da Franco La Torre, figlio di Pio, il segretario del Pci siciliano ucciso a Palermo il 30 aprile del 1982, nel corso della manifestazione di ricordo del padre organizzata dal Centro Pio La Torre nel cortile Maqueda di Palazzo Reale, a Palermo. L’iniziativa ha concluso un progetto antimafia portato avanti con alcune scuole italiane. Nell’ambito della stessa manifestazione è intervenuta anche Tiziana Di Salvo, figlia di Rosario: “Mio padre e Pio La Torre sapevano di essere un bersaglio, erano quasi indifesi nei confronti della mafia. Oggi vorrei ringraziare tutti per essere qui, il Centro Pio la Torre, Vito Lo Monaco, le autorità, ma soprattutto i giovani”, ha aggiunto rivolgendosi poi agli studenti presenti: “Il futuro è sulle vostre gambe”.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al Presidente del Centro di studi e iniziative culturali “Pio La Torre”, Vito Lo Monaco, il seguente messaggio: “Il quarantesimo anniversario della morte per mano mafiosa di Pio La Torre e di Rosario Di Salvo ci ricorda il loro significativo esempio di impegno civico, per le generazioni presenti e future. Il consolidamento della cultura della legalità esige il coinvolgimento dei giovani in iniziative che tendono a mantenere viva la memoria dei valori di chi ha pagato con la propria vita la testimonianza prestata per la difesa di radici essenziali della Repubblica, per la difesa della libertà e della giustizia. Nell’esprimere apprezzamento nei riguardi del Progetto educativo antimafia e antiviolenza, organizzato dal Centro studi “Pio La Torre”, contributo al radicamento di una ferma coscienza collettiva contraria a ogni forma di sopraffazione, mi unisco nel ricordo di Pio La Torre e di Rosario Di Salvo e rivolgo a tutti i presenti il mio caloroso saluto”.
A Palermo a ricordare La Torre e Di Salvo anche il segretario nazionale del Partito Democratico, Enrico Letta, che tra l’altro ha annunciato che la Festa nazionale dell’Unità, che quest’anno si svolgerà nel capoluogo a settembre, sarà intestata proprio a La Torre.
Presenti, oltre a Franco La Torre tra gli altri anche il capogruppo PD all’Ars, Giuseppe Lupo, i deputati regionali Nello Dipasquale e Antonello Cracolici, il deputato nazionale Carmelo Miceli, i componenti della segretaria regionale Elisa Carbone, Francesca Busardò e Antonio Rubino, il presidente della Direzione regionale del PD, Antonio Ferrante.
Numerosi i messaggi con cui i rappresentanti delle istituzioni hanno voluto ricordare quella tragica giornata e l’impegno civile e politico di La Torre.
Nello Musumeci, presidente della Regione Siciliana: “Le immagini della sua barbara uccisione sono sempre più sbiadite e sembrano appartenere ad un passato lontanissimo. Ma il suo insegnamento, il suo lascito morale, la battaglia combattuta contro Cosa nostra per colpirne, in particolare, gli interessi economici e finanziari sono vividi ed attuali, più che mai. Pio La Torre ha lasciato un segno indelebile nella Sicilia degli onesti, di quanti lavorano ogni giorno per la legalità e portano avanti con convinzione la lotta alle mafie”.
Anthony Barbagallo, segretario regionale del Pd: “Dopo 40 anni il pensiero di La Torre è ancora attuale. Perché in Sicilia le diseguaglianze ci sono ancora, aumentate dalla pandemia e dal conflitto in Ucraina. E il fenomeno mafioso non è sconfitto. Viviamo in un momento difficile, la mafia non è quella degli anni Ottanta però c’è, si sente in alcuni settori in particolare, dai rifiuti ai grandi appalti. Allora, oggi, pensando a La Torre, abbiamo una forza in più: l’emulazione di quell’impegno e di quel sacrificio, affinché ogni giorno da parte di ogni cittadino siciliano arrivi una spinta propulsiva per continuare nel solco della visione di Pio La Torre, per costruire una Sicilia più giusta, più equa, finalmente libera dalla mafia. Oggi ricordiamo l’impegno impegno concreto di La Torre, duro, vero, aspro su due grandi direttrici sia in ambito sindacale sia in ambito politico: la lotta alle diseguaglianze e la mano tesa ai più deboli e puntando il dito contro il potere, senza sconto alcuno. E poi la denuncia della mafia e della connivenza con la politica e l’individuazione del primo straordinario strumento di contrasto alla criminalità organizzata di stampo mafioso”.
Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana: “Il modo più onesto e giusto per rendere omaggio a Pio La Torre e a Rosario di Salvo è fare in modo che la lotta alle mafie torni ad essere una priorità nell’impegno delle istituzioni e della politica. A 40 anni da quell’omicidio i politici tornino ad impegnarsi con coerenza perché non ci siano collusioni con la criminalità organizzata, e gli imprenditori non permettano infiltrazioni mafiose nell’economia. Solo così il sacrificio di tanti siciliani – conclude il leader di SI – non sarà stato vano”.
Vittoria Casa, presidente commissione Cultura Scienza e Istruzione alla Camera: “Quarant’anni dalla morte di Pio La Torre sono l’occasione per ricordare un uomo che ha lasciato una traccia epocale nella storia siciliana e italiana. Il suo disegno di legge sul reato di associazione mafiosa è stato un grande punto di svolta. Il suo impegno contro i missili a Comiso è ancora oggi, in un mondo in guerra, una forte eredità culturale e un avvertimento sui rischi del presente. Pio La Torre ci ha insegnato ad accettare e vincere le grandi sfide, a non considerare il male come un destino obbligato e immutabile. Pagando lui stesso, insieme all’autista Rosario Di Salvo, con la vita”.
Davide Faraone, senatore di Italia Viva: “Quarant’anni fa, la mafia assassinava Pio La Torre. Un siciliano che per tutta la vita ha onorato la sua terra battendosi per la libertà e la democrazia, dalle lotte contadine al fianco degli ultimi contro i campieri mafiosi, allo scranno in parlamento dove ha avuto la capacità di tradurre in legge ciò che aveva visto in tutta la sua vita politica. La sua legge sul reato di associazione mafiosa e la sua idea di confiscare i beni ai boss hanno cambiato il volto della Sicilia, sono state le stelle polari per la lotta alle mafie in Italia e nel mondo. Hanno consentito a tutti noi di vivere più liberi. A lui, a quella sua lezione, a quella concretezza che è rara così come lo è la passione nel fare politica, oggi, ancora una volta, va il nostro doveroso ringraziamento. La mafia ha ucciso un Uomo, le sue idee sono ancora vive e sono le nostre, la primavera non si è interrotta”.