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L’Itet e le ragioni 5 anni dopo

Giovedì pomeriggio è arrivata una notizia che, per certi aspetti, ci si aspettava, ma che ha ulteriori ripercussioni sul territorio: il Libero Consorzio di Trapani ha detto no al trasferimento dell’Itet “G. Garibaldi” nella sede dell’ex Tribunale di Marsala.

Costi troppo elevati secondo il Commissario Straordinario Raimondo Cerami che ha consigliato lo spostamento del Commerciale nella sede della Facoltà universitaria di Enologia. La storia della sede del Commerciale ha attraversato generazioni di studenti. Oggi l’Itet, attualmente guidato da Loana Giacalone – che dal momento in cui si è insediata si è battuta per cercare una nuova sede – è ubicato in via Fici (prime e seconde classi) e in via Trapani, in un ex albergo riconvertito.

Negli ultimi anni anche grazie all’ex preside dell’Istituto Tecnico, Sara Garamella, la tematica di una nuova sede è tornata in auge. Era il 2017 quando la precedente Amministrazione comunale guidata da Alberto Di Girolamo convocò una seduta di giunta per cercare una situazione. Allora c’era un progetto di costruzione da zero di un nuovo istituto scolastico in via Vita, iter poi naufragato. Successivamente si valutò di buttare giù la “Lombardo Radice” di Sappusi con la previsione di ricostruire lì l’Itet, in quanto era più economico e conveniente rispetto ad un adeguamento. Questa era l’unica via possibile.

Dopo l’avvio del nuovo Tribunale di via del Fante, si era proposto il trasferimento del “Garibaldi” nel vecchio Palazzo di Giustizia.

L’Amministrazione Di Girolamo – dopo una valutazione tecnica dell’ingegnere Patti – spiegò come la struttura dell’ex Tribunale, che aveva già ospitato in precedenza una scuola elementare prima e il Magistrale dopo, era stata riadattata per ospitare le aule giudiziarie e proprio per questo sono tante le difficoltà di nuova riallocazione di una scuola, perché bisognerebbe rivedere molte cose: impianti, aule, cablaggi, archivi (anche costosi), ecc.

Ecco perché 5 anni fa pensare che il Commerciale potesse finire nell’ex Tribunale non era fattibile, con costi di oltre un milione di euro per l’eventuale adeguamento. Così l’Amministrazione pre-Grillo pensò – programmando una serie di interventi fattibili – di trasferire, di contro, gli uffici tecnici nella struttura di Piazza Borsellino, una volta inaugurato il nuovo Palazzo di Giustizia. Nel febbraio 2020 una dura nota della preside dell’Itet indirizzata al Comune, ribadì la necessità di riallocare la scuola, esprimendo quindi contrarietà alla “mossa” dell’ente comunale di trasferire gli uffici tecnici. La dirigente la definì “una storia triste” lunga 40 anni. Una storia, quella delle scuole del territorio di competenza provinciale, fatta soprattutto di alti costi di affitti.

Dopo l’intervento della Giacalone, precisamente un anno dopo e con l’arrivo di Massimo Grillo alla guida della Città, nel gennaio 2021 il Consiglio comunale approvò un Ordine del Giorno sul trasferimento (ancora una volta) dell’Itet nel vecchio Tribunale divenuto nel frattempo sede degli uffici comunali; questi ultimi avrebbero invece dovuto “emigrare” verso la succursale di via Fici. Insomma “il vecchietto dove lo metto”.

Due mesi dopo, il Comune lilybetano sottoscrisse un accordo di collaborazione con il Libero Consorzio di Comuni al fine di razionalizzare gli immobili ad uso scolastico con un risparmio di 184mila euro. Ma l’accorpamento dell’Itet in una unica struttura sarebbe stata soggetta alla valutazione di vulnerabilità sismica dei locali dell’ex Tribunale, dove in ogni caso avrebbero continuato ad operare gli uffici del giudice di pace e dell’Unep. Un bel pastone, insomma.

Oggi i risultati di quella valutazione sismica sono arrivati e tutto riporta la vicenda al 2017 e forse Di Girolamo e la sua giunta non avevano torto nell’aver intrapreso quella strada. Solo che la Provincia c’ha impiegato 5 anni. Ad oggi in questa storia fatta di “corsi e ricorsi” storici, ci sono finiti dentro in troppi, persino l’Agrario che dopo quasi 150 anni di vita, si ritrova in una struttura in parte inutilizzabile, piena di disservizi. A farne le spese sempre l’ultimo anello della catena: gli studenti e l’intera popolazione scolastica.

Claudia Marchetti

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  • Cosa è una scuola? Lo sappiamo tutti, un luogo dove i bambini, ragazzi , adolescenti, possano vivere le loro giornate, studiando , apprendendo , sviluppando competenze didattiche, sociali civili. Le scuole divrebbero essere luoghi costruiti ad hoc, secondo l età dei discenti e secondo la tipologia didattica che le caratterizza, quindi non solo aule, ma laboratori , palestre, spazi ludici, mense, spazi di aggregazione, aule conferenze……beh cosa abbiamo al sud e a Marsala : ex conventi del 1600 adibiti a scuole con tutte le incongruenze e le difficoltà gestionali chiaramente comprensibili data la vetusta età di questi edifici, scuolette costruite negli anni ‘40/50 piccolissime e dislocate nelle campagne, edifici affittatti( ex hotel vedi l Itet!) e così via. Non si costruiscono scuole, ma cosa veramente terribile, neanche se ne parla,; si parla sempre di adattare altro a scuola. Non è possibile! Una società che non si cura dei suoi figli: pochissimi asili nido, scuole inadeguate, palestre chiuse, teatri non funzionanti , poche biblioteche, cosa vogliamo poi dal futuro?

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