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Inferno 13, l’album de ‘Il Cavallo di Torino’ che racconta i suicidi più noti

“Inferno 13” è il nuovo album de “Il Cavallo di Torino“, artista marsalese che dalla colonna del corto “Scacco Matto” pubblica il nuovo lavoro dell’onirico progetto solista, ‘solista’ sin dalla composizione ma anche nell’arrangiamento e nella fase di mastering e produzione.

“Ho tratto ispirazione dall’opera Suicidi Esemplari, dello scrittore spagnolo Enrique Vila-Matas – ci dice il musicista Nando Fiorino, che si cela dietro il Cavallo di Torino -. Ho voluto ricordare alcuni personaggi, più o meno famosi, accomunati principalmente da una cosa: il suicidio. Ho chiamato questo album Inferno 13 in riferimento al 13° canto dell’Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri, in cui colloca le anime dei morti per suicidio”.

Da “Virginia W.” in ricordo della nota scrittrice, si comprende già in quale meandri il Cavallo di Torino si addentra, un cupo sottobosco di pensieri aggrovigliati, ossessivi, come in “Carlo C.” con la 6 corde elettrica ipnotica, con le incursioni come ferite laceranti. “Roberto S.” molto probabilmente prende il nome dal serial killer Roberto Succo che uccise i suoi genitori; lo si capisce dal respiro affannoso tra le distorsioni nello stile degli ultimi Radiohead, lo stesso respiro che l’uomo ha spento per sempre dentro un sacco di plastica; “Robin W.” rimane l’eterno Peter Pan della cinematografia mondiale, con il sorriso tagliente e la disperazione nell’anima.

Il Cavallo di Torino fa rivivere l’attore de “L’attimo fuggente” dentro una stanza, al buio, scandita dal ‘rumore del silenzio’ e dal ticchettio di un orologio. Il manto distorto e distopico è quello che Williams aveva nella sua testa nell’ultimo periodo della sua vita. “Adolf H.” è inquieta e instabile, insana nel tappeto noise; in “Sid V.” entra in scena il riff di elettrica ancora una volta ipnotico e dal mood punk e non potrebbe essere altrimenti; “Chris C.” è nevrotica con una parte dilatata, come ci ha abituato una delle più belle voci del rock, leader di Soundgarden e Audioslave, pezzo che precede “Kurt C.” e una delle pagine più tristi della musica, che inizia con un treno in corsa e una morbida acustica.

Brano che evidentemente il Cavallo di Torino sente particolarmente. Un coretto e una marcia accompagnano “Violeta P.” che si è congedata dalla terra dopo aver scritto “Grasias a la vida”; “Alice G.” viaggia in una strada di mezzo, tra una realtà sognante e una dimensione ansiosa. L’album termina con “Ernest H.” che non guarda più ‘il vecchio e il mare’ ma se stesso e i suoi deliri. Fino all’ultimo colpo fatale. L’album si trova su Spotify. La copertina di “Inferno 13” è realizzata da Al ‘TiR-onE. 

redazione

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