E’ stata presentata, oggi pomeriggio a Palazzo dei Normanni, la relazione finale dell’indagine sulla condizione minorile in Sicilia, approvata nei giorni scorsi dalla Commissione antimafia presieduta da Claudio Fava.
Al termine di un lavoro lungo 7 mesi,
con 65 audizioni svolte in diverse realtà della Sicilia, la
Commissione ha elaborato una indagine di oltre 100 pagine, nella
quale si cerca di “dare una risposta alle preoccupazioni
manifestate in più occasioni da parte dei Procuratori del Tribunale
dei Minori oltre che da operatori scolastici, socio-assistenziali,
socio-sanitari e del Terzo settore a fronte dei dati sempre più
allarmanti sulla dispersione scolastica in Sicilia e, più in
generale, sulle condizioni di estremo disagio sociale in cui versano
i minori delle aree periferiche delle città siciliane”.
Per i
Commissari, queste criticità discendono da un intreccio di cause,
nei quali spiccano le responsabilità di molte istituzioni: le
incertezze amministrative e burocratiche nella risposta di sostegno,
la perpetua carenza di risorse, la frammentarietà e la lentezza
degli interventi, l’assenza di sinergia istituzionale, l’assenza
di spazi di socialità, l’insidia dei “modelli culturali”
proposti dalla criminalità organizzata.
Proprio quest’ultimo punto rappresenta uno degli snodi dell’indagine svolta: di fronte alle gravi criticità vissute dai giovani nell’accedere a servizi essenziali, alla cronica carenza di personale dei servizi sociali, alla inconsistenza degli spazi aggregativi e sportivi, “se le scuole resteranno l’unico presidio isolato e malvisto, se le associazioni si vedranno chiudere i programmi di accompagnamento sociale per ragioni di bilancio e di burocrazia amministrativa rinunziando a dare continuità di intervento al loro lavoro… se questa resterà la pubblica risposta per i quartieri in cui la condizione minorile è sinonimo di vulnerabilità e disagio, non stupiamoci quando mafie e criminalità avranno vita facile a reclutare, a trasformare adolescenti in carne da cannone».
In conclusione, per i Commissari, “l’ascensore sociale nelle periferie siciliane si è fermato ai piani alti. Ma si tratta di un esito che non può essere accettato o, ancor peggio, passivamente subito”.
Dalla Commissione quindi alcune
proposte: la necessità di una legge regionale che raccolga e
coordini le buone prassi esistenti; l’urgenza di dotarsi di
un’anagrafe scolastica e di un piano dell’infanzia regionali;
l’importanza di ricostituire la Commissione regionale per i
problemi della devianza e della criminalità; l’imprescindibile
valorizzazione delle figure dei garanti locali.
Soprattutto,
sottolinea il Presidente Fava “occorre valorizzare la generosità
e la professionalità del mondo della scuola e delle realtà
dell’associazionismo e del sociale”.
Problemi e proposte che la Commissione intende discutere nei diversi territori, organizzando nelle prossime settimane dei momenti di confronto in diversi quartieri di Catania, Messina e Palermo.