Un altro 8 marzo da mettere in bacheca, dopo due anni di pandemia, di disagi, di crisi economica, di abusi, di guerra. Un 8 marzo che deve iniziare a fare i conti, proprio letteralmente, con tutte le problematiche che investono il mondo delle donne in ogni ambito della società, quelle “Pari Opportunità” di cui si sente tanto parlare ma che poco si mettono in pratica.
Conti e numeri, quindi, perché i fatti – quelli compiuti e quelli da compiere chissà quando – sono importanti. Nell’Unione Europea, il tasso di occupazione delle donne è inferiore (63%) rispetto a quello degli uomini (74%) nel 2019. Il ‘peso’ del divario è dovuto principalmente al numero di figli: per le donne senza figli l’occupazione è del 67%, per quelle con uno o due figli si sale al 72-73%, mentre per le donne con tre o più figli si abbassa notevolmente raggiungendo il 58%.
Nello stesso anno, il 30% delle donne lavoratrici occupata con contratto part-time è del 30%, solo l’8% invece sono uomini, dato che cresce soprattutto in Belgio, Olanda, Germania, Austria e in alcuni paesi scandinavi che puntano molto sulla parità di genere. Di contro il tasso di disoccupazione per le donne raggiunge il 7% – più in paesi come Grecia e Spagna, meno in Lettonia e Lituania – per gli uomini il 6,4%.
Nell’indice sull’uguaglianza di genere 2021 elaborato dall’EIGE, l’Italia ha ottenuto un punteggio di 63,8 su 100, un punteggio inferiore alla media dell’UE di 4,2 punti anche se l’Italia nell’ultimo ventennio ha fatto registrare maggiori progressi, piazzandosi al 14° posto tra i 27 Stati Membri.
E’ dal 2018 che però il Paese ha subito una nuova frizione nonostante in questo anno siano risultano elette – con la legge che prevedeva la doppia preferenza di genere – 334 parlamentari italiane, pari a circa il 35% dei membri, ovvero 225 alla Camera e 109 al Senato. Questo risultato pone l’Italia oltre la media dei Paesi UE.
Guardando al nostro territorio, come afferma la Rete Provinciale Donne di Trapani, su 24 comuni ci sono 23 sindaci e solo una sindaca, su 117 assessori, solo 30 sono donne e appena 5 sono le Commissioni comunali delle Pari Opportunità istituite, benché le associazioni femminili e le rappresentanti politiche ne abbiano fatto più volte richiesta, come avvenuto a Marsala.
Sul fronte della scienza, secondo l’ultimo rapporto UNESCO, le ricercatrici, fisiche e scienziate, devono ancora fare tanta strada: solo il 33% lavora nel settore, eppure rappresentano la metà dei laureati e delle studenti di Master.
Un altro dato, l’ultimo e il più drammatico, è quello dei femminicidi: il 2021 è stato un anno nero per la violenza sulle donne, con ben 118 omicidi, di cui 102 in ambito familiare e/o affettivo, di queste, 70 hanno trovato la morte per mano del compagno/marito o dell’ex. Il Revenge Porn (ovvero il materiale sessuale ed esplicito diffuso sul web) è aumentato, siamo a +45% e nel 2022 si contano già circa 12 femminicidi. Un paese occidentale come l’Italia deve invertire la tendenza e, indubbiamente, cambiare rotta.