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Marsala: minacciò docente del Liceo Classico, condannato il marito dell’ex dirigente

Si è concluso davanti al Giudice di Pace Caterina Tumbiolo il processo penale per il reato di minaccia che vedeva imputato il dottore Gaspare Pumilia. Assistito dagli avvocati Stefano Pellegrino e Antonio Salmeri, il professionista marsalese è stato condannato in quanto il Giudice di Pace lo ha ritenuto responsabile del citato reato, ai danni del docente Vincenzo Giuseppe Laudicina (assistito dall’avvocato Gaetano Di Bartolo), costituitosi parte civile nel procedimento.

I fatti per cui si è tenuto il processo risalgono al maggio del 2016, allorquando, durante una riunione sindacale, l’allora dirigente scolastica del Liceo Classico di Marsala, Antonella Coppola, dopo aver disapprovato alcune critiche mosse dal professore Laudicina (componente RSU) riguardo il contratto d’Istituto, ha reagito nervosamente nei confronti dello stesso minacciando di chiamare il proprio coniuge. Nel corso del dibattimento, in due diversi procedimenti, mediante acquisizione di prove documentali e testimoniali e  principalmente grazie ad una registrazione effettuata a mezzo di un telefono cellulare, è emerso che il professore Laudicina non solo non ebbe mai a pronunciare le frasi dal contenuto minaccioso, di cui era stato ingiustamente accusato dalla dirigente Coppola (per cui c’è già stata una sentenza assolutoria con formula piena da parte del giudice Alberto Pellecchia), ma che, al contrario, fu Laudicina ad essere stato minacciato da parte del dottore Gaspare Pumilia, coniuge della Coppola, che, arrivato nel contesto in cui si stava svolgendo la riunione, si rivolse al docente dicendo: “attento … ti rompo il c…”. Alla luce di ciò, il professionista è stato condannato alla pena della multa oltre al risarcimento dei danni subiti dal Laudicina, da liquidarsi innanzi al Giudice Civile.

Il professore Laudicina, attualmente docente di matematica e fisica presso il Liceo Scientifico di Marsala, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Sono sempre stato fiducioso nell’operato della Magistratura. Rimangono ovviamente molti interrogativi riguardo il ruolo di quegli educatori/operatori che, a diverso titolo, sono stati “spettatori” ciechi e sordi in questa vicenda. Desidero precisare che i risultati ottenuti, seppure mi siano costati tantissimo soprattutto in termini sofferenze patite, non li considero certo una vittoria personale, piuttosto, un piccolo contributo nella lotta contro un sistema prevaricatore che, come tale, deve stare lontano dalla scuolaE’ infatti molto triste pensare che in una agenzia educativa di primaria importanza, quale la Scuola, si debba ricorrere all’intervento dell’Autorità Giudiziaria per affermare i principi di legalità”.

redazione

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