Cresce l’apprensione nel mondo per la situazione in Ucraina, dopo l’invasione annunciata da Putin giovedì mattina. A Marsala le associazioni e le realtà politiche più sensibili sul fronte dei diritti umani e della promozione della pace si sono già organizzate con una prima iniziativa, tenutasi l’altro ieri pomeriggio in Piazza della Repubblica. A richiamare l’attenzione della cittadinanza, ancora una volta, sono gli Amici del Terzo Mondo, attraverso il presidente Enzo Zerilli.
Come può reagire la nostra comunità a quello che sta avvenendo nell’Est Europeo?
Quello che possiamo fare è indignarci e dire no alla guerra, attraverso manifestazioni pubbliche, come quella che abbiamo organizzato e come è stato fatto in tante altre città. Occorre anche interrogarsi su come si è arrivati a questo punto, a una situazione così drammatica, causata da un pazzo scellerato come Putin. Dobbiamo riconsiderare anche gli scenari internazionali, perché dietro ogni guerra ci sono tante storie sommerse che non conosciamo o non comprendiamo. Questa guerra torna a scuotere l’Europa dopo tanti anni: personalmente sono molto preoccupato e temo che Putin non si fermerà all’Ucraina, ma si spingerà anche oltre, verso quei Paesi che in passato facevano parte del Patto di Varsavia.
Chiaramente, se venissero coinvolti Paesi ex Urss che adesso fanno parte della Nato, come le Repubbliche Baltiche, lo scenario diventerebbe molto più complicato e pericoloso, col rischio di una nuova guerra globale…
Putin gestisce la Russia da 20 anni, ha cambiato la Costituzione…Non ci si può accorgere della sua pazzia all’improvviso. E’ arrivato il momento di rivedere i patti, i trattati. Non bisognerebbe avere a che fare con un dittatore che vìola da anni i diritti umani. Quanto sta avvenendo in Ucraina era, purtroppo, prevedibile. Bisogna vedere adesso cosa succede su altri fronti: se qualcuno decide di mandare aiuti militari al governo di Kiev, scoppia la terza guerra mondiale. Putin è stato molto chiaro a riguardo. Va detto, però, che anche in Italia il presidente russo ha avuto nel tempo tanti estimatori, da Berlusconi a Salvini.
Il tema della guerra porta con sé anche il dramma dei profughi, che torneranno a bussare alle porte dell’Europa. Il Vecchio Continente è pronto ad accoglierli?
Già in tanti stanno cercando di uscire dall’Ucraina. Se l’Europa intende affrontare la situazione come ha fatto con gli immigrati e i rifugiati che arrivano dall’Africa, non sarà il massimo. Speriamo che si attivino gli strumenti adeguati alla loro accoglienza, evitando che si ripetano le tristi strumentalizzazioni del recente passato da parte di alcuni soggetti politici.
L’Ucraina è al centro dell’attenzione mediatica in questi giorni. Ma non è l’unico scenario di guerra. Come spesso accade, la sensazione è che i riflettori si accendano soprattutto per quelle aree in cui si evidenziano maggiori interessi economici o politici…
Da tempo il mondo è costantemente in guerra. Ci sono conflitti in tante zone del pianeta, senza che nessuno ne parli. Nella zona del Tigray, in Etiopia, si consumano atroci massacri da due anni, nel silenzio degli Stati colonizzatori. Chiaramente, lì, non ci sono gli interessi economici e strategici che ci sono in Ucraina.