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Rifiuti, Musumeci accelera sui termoutilizzatori. Le opposizioni all’attacco: “L’Europa va in direzione opposta”

«Siamo sulla buona strada per liberare la Sicilia dalla schiavitù delle discariche, una situazione che è resa ancora più pesante per la contiguità con ambienti spesso mafiosi e spregiudicati». Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci nel corso della conferenza stampa di oggi a Palazzo Orléans sulla gestione dei rifiuti. «In Sicilia ci sono 511 discariche dismesse, nonostante il significativo aumento della raccolta differenziata portiamo ancora troppa spazzatura negli impianti di smaltimento esistenti. Per questo abbiamo bisogno di trasformare i rifiuti in risorsa con i termoutilizzatori».

Sono sette le manifestazioni di interesse arrivate al 31 dicembre per la realizzazione di due termoutilizzatori, uno per l’area occidentale e uno per quella orientale della Sicilia, così come previsto dal Piano regionale dei rifiuti. Tre proposte hanno indicato un sito nella parte occidentale dell’isola e quattro in quella orientale. Secondo le stime, il costo di un singolo impianto può arrivare fino a 570 milioni di euro, in base alle caratteristiche previste dal progetto di fattibilità, con una capacità di trattamento fino a 450 mila tonnellate all’anno. Le sette proposte sono allo studio del Nucleo tecnico di valutazione, composto da otto dirigenti generali di altrettanti dipartimenti regionali competenti in materia, che si esprimerà entro i prossimi 15 giorni per le valutazioni di competenza. Il progetto di fattibilità approvato sarà quindi posto a base di una gara per l’affidamento della concessione, alla quale verrà invitato il proponente, e che dovrebbe richiedere circa sei mesi. I tempi di realizzazione di un impianto sono in media di tre anni, si va da un minimo di 6 a un massimo di 57 mesi.

«Il risultato di 30 anni di politica dei rifiuti – ha aggiunto Musumeci – ci ha portato a un punto di non ritorno, ecco perché adesso bisogna correre. Raggiungere l’obiettivo della realizzazione dei due termoutilizzatori sarebbe un risultato storico, ma la nostra prima preoccupazione è vigilare sulla correttezza della procedura, cercando di essere quanto più celeri possibile. Non ci deve essere spazio per intrusioni criminali».

All’inizio della legislatura la raccolta differenziata era ferma al 19 per cento, oggi supera il 47 per cento grazie anche all’impegno dei Comuni. I più virtuosi, infatti, superano il 70 per cento, sebbene il tasso di differenziata si riduca drasticamente nelle tre città metropolitane. A oggi, secondo gli ultimi dati ancora in attesa di certificazione, Catania è passata dal 22 al 40 per cento, Messina sfiora il 50 per cento, mentre Palermo si attesta al 18 per cento.

Numeri che l’assessore regionale dell’Energia e dei servizi di pubblica utilità, Daniela Baglieri, giudica con grande positività: «Il governo Musumeci ha una idea chiara sulla gestione dei rifiuti. Il modello della discarica è obsoleto, dobbiamo avviare una transizione verso un modello di economia circolare. Abbiamo investito più di 350 milioni per gli impianti di compostaggio e le best practices che stiamo seguendo puntano a creare un sistema moderno di gestione dei rifiuti, che consente la riduzione delle tariffe e un vantaggio per i cittadini».

«I termoutilizzatori sono l’ultimo tassello di una politica portata avanti nella direzione del recupero e riciclo dei rifiuti – ha detto il direttore generale del Dipartimento regionale Acqua e rifiuti, Calogero Foti – oggi le discariche sono quasi tutte sature, l’alternativa non può che essere la trasformazione dell’indifferenziato in recupero di materia o di energia, che costituisce un’utilità per i cittadini e un risparmio per l’amministrazione rispetto ai costi di trattamento dei rifiuti, di conferimento in discarica e di eventuale bonifica delle stesse».

Le parole di Musumeci sui termoutilizzatori hanno scatenato le reazioni critiche delle forze di opposizione. “Un governo alla deriva, in esercizio provvisorio permanente che anche sui rifiuti va avanti solo con annunci che non hanno alcun aggancio con la realtà dell’Isola. Lo abbiamo già detto a giugno scorso, quando la notizia venne fuori e tocca ripeterci ora che la legislatura è agli sgoccioli: destano forti perplessità le scelte della Regione su 2 termoutilizzatori da realizzare in Sicilia, uno nella zona occidentale e l’altro in quella orientale per cui sarebbero già pervenute diverse offerte”. Lo dichiara il segretario regionale del Partito Democratico della Sicilia, Anthony Barbagallo, dopo la conferenza sul tema da parte del presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci. “In questi 4 anni il sistema è praticamente collassato – prosegue Barbagallo – e Musumeci ha proposto una legge sui rifiuti che non riordina un bel nulla con Piano rifiuti che è solo una scatola vuota, disallineato dal resto d’Italia e dall’Europa che cambia che cambia le autorità di gestione con una trasformazione lunga, tortuosa e ricca di impedimenti che alimenteranno contenziosi e, certamente, nuocerà alla normale gestione del servizio. Ecco a tutto questo a 8 mesi dalla fine del suo mandato si aggiungono ora i termoutilizzatori, costosi, mentre il sistema di raccolta e i traguardi dell’indifferenziata, restano tra i più bassi d’Italia”.

Duro anche Claudio Fava (Cento Passi): “Gli inceneritori così cari a Musumeci non servono a nulla se non ad alimentare il business dei signori dei rifiuti. Non risolveranno nessun problema nell’immediato visti i tempi di realizzazione e saranno superati quando, e se, vedranno mai la luce. Musumeci sa bene che la realizzazione delle strutture non rientra nelle strategie europee sui rifiuti e sa bene che entrerebbero in servizio in un quadro normativo che punta alla produzione zero dei rifiuti quindi in assenza, o quasi, di combustibile. Non è un caso che i modelli tanto sbandierati come Germania, Danimarca e Olanda stiano dismettendo i propri impianti proprio perché una metodologia superata e oramai antieconomica. Avevamo le discariche mentre nel resto di Europa si eliminava il conferimento in discarica e ora – conclude il deputato di Cento Passi – rischiamo di avere i termovalorizzatori mentre il resto di Europa li dismette. Una regione sempre 30 anni indietro. A tutto”.

redazione

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