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A messa senza green pass si può entrare (e anche senza Ffp2)

Dal 10 gennaio il super green pass viene richiesto per accedere a quasi tutti i luoghi e le attività per arginare la pandemia da Coronavirus. Inoltre, dal 20 gennaio, ulteriori limitazioni si introducono per i parrucchieri, le estetiste e nelle lavanderie, dove bisogna accedere anche con un solo tampone negativo.

Dal 1° febbraio invece, tampone per accedere agli uffici, in banca, alle Poste e in diverse attività commerciali.

E sorge subito spontanea una domanda:

per andare a messa, in Chiesa, è richiesto il green pass?

La risposta è semplice: no!

Per andare a messa e, in generale, per accedere ai luoghi di culto non è prevista l’esibizione né di green pass rafforzato né di certificazione verde base. Possono accedere, quindi, non solo vaccinati e guariti dal Covid-19 o persone con tampone con esito negativo, ma tutti i cittadini senza limitazioni.

Nel rispetto del principio “la chiesa è aperta a tutti”.

Le regole in vigore per l’ingresso in chiesa dei fedeli sono quelle previste dal protocollo sottoscritto da Cei e governo il 7 maggio del 2020. Misure ancora valide e ritenute sufficienti dalla stessa Cei. Quindi nulla cambia per le messe rispetto ai mesi precedenti.

 Finora non sono stati registrati focolai nelle chiese o, “qualora ci fossero stati, sarebbero comunque in un numero ridottissimo”. Esempio, in qualche chiesa del trapanese con alcuni parroci positivi al Covid. Il protocollo, a giudizio della Cei, è adeguato anche a fronteggiare la variante Omicron, più contagiosa, purché venga rigorosamente rispettato.

Nel protocollo, si sottolinea però, si prevede la possibilità di utilizzare sia le mascherine Ffp2 che quelle chirurgiche. Nonostante questo, comunque, la Cei consiglia di utilizzare se possibile le mascherine Ffp2, pur non essendo previsto alcun obbligo a riguardo.

redazione

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