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Arte a Erice: in mostra due nature morte di Guttuso

Turn over all’Istituto Wigner San Francesco di Erice, dove fino al 6 gennaio 2022, la metafisica di Giorgio de Chirico cede il passo al neorealismo di Renato Guttuso ne “La vittoria della pittura”, esposizione concepita come un dialogo per immagini con Luciano Ventrone, l’artista iperrealista definito da Federico Zeri il “Caravaggio del XX secolo”.

In mostra due nature morte – realizzate dal maestro di Bagheria nel 1962 e nel 1968 – che prendono il posto delle tele di de Chirico esposte dallo scorso mese di giugno all’Istituto Wigner – San Francesco insieme con una raccolta di opere di Ventrone allestite anche nel Polo museale Antonino Cordici di Erice.

Spiega la co-curatrice Victoria Noel-Johnson: “Si tratta di due nature morte, realizzate da Guttuso rispettivamente nel 1962 e nel 1968, esempi particolarmente efficaci dell’esplorazione del genere da parte dell’artista che scriveva infatti ‘Dipingi quello che hai davanti, con cui sei in intimità, che conosci bene perché ci stai insieme. Negli oggetti, nelle persone, nelle cose si riflette quello che è il movimento generale della realtà’”.

La mostra, da un’idea di Giordano Bruno Guerri, Lorenzo Zichichi e Vittorio Sgarbi che ne firma la curatela con la Noel-Johnson, è organizzata dalla Fondazione Erice Arte del Comune di Erice e dalla Fondazione Ettore Majorana. La visita è inserita nel circuito Erice Card, ticket che al costo di 6 euro include l’accesso al Castello di Venere e ad altri siti culturali oltre a tariffe agevolate per altri servizi, tra cui la funivia. Alla mostra è dedicato un catalogo (Il Cigno GG Edizioni).

La mostra di Guttuso e Ventrone aggiorna e completa l’offerta culturale di Erice per il Natale 2021 che vede la Fondazione Majorana insieme con il Comune ospitare numerosi allestimenti, permanenti e temporanei.

L’Istituto Wigner San Francesco vede anche l’esposizione della mostra archeologica e fotografica “Alle origini della Sicilia. La terra e le città degli Elimi” dedicata agli antichi Troiani di Sicilia. Un viaggio tra reperti e testimonianze che va dal Neolitico alla genesi della città e alle sue prime fasi di ellenizzazione. Mentre quaranta stampe di grande formato consentono ai visitatori di mappare dall’alto i siti abitati dagli Elimi, esplorando ossature di edifici e spettacolari monumenti eretti da questa antica popolazione. Le fotografie sono di Cesare Cassanelli e Luigi Nifosì. Un progetto del Parco Archeologico di Segesta, diretto dall’archeologa Rossella Giglio, realizzato con il sostegno dell’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e in collaborazione con la Scuola Normale Superiore (SNS) di Pisa e la Fondazione Ettore Majorana.

Nello stesso istituto è visitabile la mostra permanente “Stelle, costellazioni e oroscopi”, l’indagine scientifica con cui il fisico Antonino Zichichi affronta la questione dei segni zodiacali coinvolgendo, con opere sul tema, artisti contemporanei come Gregorio Botta, Bruno Ceccobelli, Lucia Crisci, Ettore de Conciliis, Nedda Guidi, Riccardo Monachesi, Thomas Mustaki, Marco Tamburro e Pizzi Cannella. Ingresso con Erice Card.

Altre due mostre sono allestite dalla Fondazione Majorana nelle sale dell’Istituto Blackett – San Domenico. La prima è quella documentale e fotografica sulla “Storia del Centro Majorana” dove, con il supporto di pannelli illustrativi, foto d’archivio, pagine di giornali e cimeli, si ricostruisce mezzo secolo di attività della fondazione (nata nel 1963) che, di fatto, ha determinato la rinascita di Erice sotto l’egida della cultura scientifica internazionale, oltre a catapultare il piccolo borgo trapanese nell’Olimpo delle mete più affascinanti per viaggiatori alla ricerca di luoghi meno battuti dal turismo di massa. L’altra è “Fibonacci e il Numero Aureo. La forma generatrice”: trenta opere classiche e contemporanee – firmate da Piero Guccione, Pizzi Cannella, Umberto Mastroianni, Carlo Gavazzeni Ricordi e installazioni site-specific di Paola Lo Sciuto – si prestano a raccontare ai visitatori la “Proporzione Aurea”, il rapporto “magico” contenuto nel DNA delle forme della natura e utilizzato dagli artisti, da Giotto in poi, come parametro di Bellezza universale.

redazione

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Tags: Giorgio de ChiricoRenato Guttuso