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USP Trapani: nasce la “scuola promessa” per l’inclusione scolastica

A Trapani presso l’Ufficio dell’Ambito Territoriale, il 20 novembre, nella ricorrenza della Giornata internazionale dei diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, prende il via il progetto “La scuola promessa”, per promuovere il benessere scolastico ed educativo.

Dopo un lungo e scrupoloso lavoro di conoscenza delle migliori risorse presenti sul nostro territorio – che lo scorso giovedì 18 novembre ha condotto a una prima e felicissima riunione pomeridiana con la partecipazione di oltre 40 cooperative, associazioni, fondazioni, istituzioni (e vari e numerosi gruppi di amici e colleghi con competenze ed esperienza educativa interessati a collaborare attivamente al progetto) – l’Ufficio di Ambito di Trapani avvia la “Scuola promessa” per la realizzazione di micro-progettualità efficaci a sostegno dei bambini e delle bambine, delle ragazze e dei ragazzi della provincia: interventi mirati contro il disagio e a sostegno delle disabilità, per ottimizzare le capacità d’intervento dell’Ufficio scolastico provinciale e di tutte le scuole della Provincia.

La “Scuola promessa” promuove e invita alla ‘presa in carico’ condivisa delle scuole, da parte di associazioni, fondazioni, cooperative, singoli cittadini, per una scuola con più flessibilità e aperta alle innovazioni, aggiornata dall’interno grazie all’impegno delle famiglie e degli operatori del Terzo settore. Il cambio di paradigma auspicato inizia col riflettere sul “senso” della diversità, delle potenzialità e dei saperi di ciascuno, valorizzando anche esperienze e competenze delle famiglie e degli operatori del territorio, con percorsi di reale integrazione-inclusione scolastica e sociale a medio e lungo termine.

Il lavoro in rete, il fare “squadra” con le associazioni, le cooperative, le fondazioni, i singoli cittadini motivati ad agìre e a partecipare, quindi, rappresenta il modus operandi per radicare il progetto “La scuola promessa” a una visione trasparente e partecipata dei punti di forza, delle competenze già attive sul territorio e favorire un nuovo approccio agli interventi realizzati nelle scuole a sostegno della disabilità, del disagio e delle diversità di ciascuno. Ai tavoli di lavoro della “Scuola promessa” si discuterà per realizzare efficaci strategie di inclusione e migliorare gli ambienti di apprendimento (e, quindi, gli ambienti di vita) in modo che siano realmente aperti e inclusivi, specie attraverso l’elaborazione di sistemi integrati di intervento e di valorizzazione delle competenze inclusive maturate dai diversi attori e realtà territoriali che di inclusione, a Trapani, si occupano e bene, da tempo. Potranno nascere sperimentazioni circostanziate, per innovare e migliorare le prassi educative e l’efficace cooperazione e condivisione fra i diversi attori sociali, interni ed esterni alle scuole di Trapani, attivando la progettazione e la regolazione in itinere dei progetti educativi per giungere alla definizione di strumenti, anche minimi ma sostenibili e replicabili, di “benessere” educativo, sociale e organizzativo.

Tali premesse metodologiche sono state illustrate giovedì nel corso del primo incontro; a breve in via Castellammare sarà costituita anche una Commissione di lavoro operativa. La “Scuola promessa” è un progetto sostenuto dal Direttore Generale dell’Ufficio scolastico regionale, Stefano Suraniti. A tale sperimentazione, infatti, è intrinsecamente legata la possibilità di far maturare, all’interno delle singole scuole e all’interno delle diverse reti di scopo, nuovi piani e modelli di formazione del personale scolastico e delle classi: piani di formazione flessibili, specifici e integrati, che coinvolgano ad esempio gli interi gruppi di lavoro (il Consiglio di classe, ad esempio; il dipartimento; i consigli di interclasse…) per giungere a una dimensione ‘alta’ dei processi formativi, non più segmentati e parcellizzati e aridamente appiattiti sulle diverse tematiche (con modalità che replicano, per le diverse componenti della scuola, i modelli educativi tradizionali imposti, purtroppo ancora spesso, ai ragazzi). Saranno quindi coinvolte, al tavolo di regìa, le scuole sedi degli osservatori contro la dispersione e le scuole polo per la formazione e l’inclusione e i singoli dirigenti scolastici interessati a lavorare in squadra, con i percorsi e i formatori esperti più competenti ed efficaci.

Il progetto di ricerca e gli interventi saranno lavori e progettualità che nasceranno continuamente dal “dal basso”, rispondenti cioè alle esigenze reali delle classi, della comunità educante e sulla base del fabbisogno effettivamente rilevato nei quartieri, nelle contrade, per migliorare l’inclusione degli studenti con disabilità e/o in difficoltà, favorendo e sostenendo la partecipazione di tutti gli stakeholders alla realizzazione di progetti di vita ‘sani’ e complessi; I primi obiettivi da perseguire sono: Sviluppare una visione inclusiva della disabilità orientata alla vita autonoma, indipendente. Promuovere un sistema di intervento di contrasto al disagio giovanile che sia realmente condiviso e sostenibile. È il lavoro responsabile, inesausto e partecipato di tutti noi, singoli cittadini, operatori, psicopedagogisti, formatori, famiglie, associazioni, istituzioni, al quale si aggiungerà l’azione collaborativa delle stesse studentesse e degli stessi studenti, che ci aiuterà a migliorare la scuola.

redazione

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