Il consigliere comunale marsalese Piero Cavasino interviene sulla vicenda che ha suscitato un acceso dibattito a Trapani, intorno alla “Infiorata di San Domenico” e a una composizione floreale (pubblicata anche sul sito istituzione dell’amministrazione) che presentava un messaggio contro l’aborto, definito – al pari della guerra, della disoccupazione e della droga – come un “nodo da sciogliere”. Al contempo, coglie l’occasione per avviare un ragionamento sull’effettiva applicazione della legge 194 sul territorio, ostacolata dalla prevalenza di obiettori di coscienza nelle strutture pubbliche.
“Non intendo entrare nel merito della questione – scrive Cavasino – se sia stato o meno opportuno pubblicare su un sito istituzionale un tale messaggio: ritengo più appropriato che un rappresentante delle istituzioni, nei limiti che il proprio ruolo gli consente, si attivi per portare avanti le legittime istanze dei cittadini, con l’unico intento di tutelare il bene comune. Per chi, come me, ritiene che le leggi debbano essere osservate ed applicate, l’interruzione volontaria di gravidanza non può essere “un nodo da sciogliere”, trattandosi di un diritto riconosciuto da una legge della Repubblica Italiana, confermata, tra l’altro, dalla volontà popolare con il risultato negativo del referendum abrogativo del 1981, allorché, in maniera netta, il 68% degli italiani si dichiarò favorevole al mantenimento della legge 194/78”.
Il consigliere Cavasino si sofferma poi sulla delicata questione degli obiettori di coscienza, che si rifiutano di praticare l’interruzione di gravidanza negli ospedali pubblici e che sul territorio rappresentano una larghissima maggioranza. “A mio parere il vero nodo da sciogliere è quello che riguarda l’altissima percentuale di obiettori di coscienza nel nostro Paese che impedisce alle donne di esercitare concretamente e serenamente un loro diritto stabilito da una legge dello Stato, entrata in vigore più di 40 anni addietro. Ancor più aberrante è il dato che si registra a Marsala: da fonti giornalistiche locali apprendo che il 100% del personale medico in servizio presso il nosocomio marsalese è obiettore di coscienza! Ebbene, mentre c’è chi prega affinché si sciolga il “nodo dell’aborto”, numerosissime donne, per non ricorrere all’aborto clandestino (pratica triste e pericolosa, ancora oggi esistente!), sono tuttora costrette a mille peripezie e a recarsi fuori sede per esercitare un loro sacrosanto diritto”.
Ritenendo tale situazione non più tollerabile, nella sua veste di consigliere comunale Piero Cavasino annuncia di essere pronto a presentare un atto di indirizzo “per invitare l’Amministrazione Comunale a intraprendere le dovute iniziative, prendendo immediati contatti con le autorità competenti, affinché a Marsala venga finalmente e correttamente garantito il diritto delle nostre donne di procedere all’interruzione volontaria di gravidanza. Sono certo che tale iniziativa, finalizzata alla tutela delle donne attraverso la concreta attuazione della legge n°194 del 1978, potrà contare sul sostegno di un vasto numero di consiglieri”.