Dopo un lungo oblìo, sembra riaprirsi qualche spiraglio per il futuro del Porto di Marsala. Nonostante i lavori per il consolidamento della banchina curvilinea, l’area portuale continua ad essere gravata da criticità croniche. Regione e Comune, nei mesi scorsi, hanno annunciato di voler puntare su un nuovo progetto pubblico, per il quale si attingerà alla somma di 700 mila euro messa a disposizione dal Fondo di Rotazione con l’obiettivo di ristrutturare l’area del Molo di Levante nell’ambito di un intervento che impegnerebbe altri 20 milioni di euro. Una prospettiva potenzialmente interessante, ma che prevede tempi lunghi di realizzazione e che – soprattutto – sembra allinearsi a una certa narrazione istituzionale che di fatto ignorare la presenza di un progetto precedente, che può contare su un iter procedurale quasi completo e inspiegabilmente arrestato nel tempo.
Lo scorso maggio il capogruppo di Cento Passi Nicola Fici aveva invitato a riconsiderare il progetto del 2012, di cui l’ex sindaca Giulia Adamo fu la principale sostenitrice, suggerendo anche una seduta consiliare specifica con la partecipazione del progettista dell’epoca, l’ingegnere Viviano. La proposta del consigliere di minoranza non ha fin qui avuto seguito e poche voci hanno seriamente cercato di riaprire la discussione sul tema.
Qualche settimana dopo, anche un altro ex sindaco, Renzo Carini, ha cercato di dare un contributo al dibattito, mostrando le sue perplessità su un procedimento che azzererebbe tutto (il riferimento è al progetto privato della Myr ma anche a quello pubblico) e auspicando soluzioni per non disperdere il lavoro fatto negli anni scorsi.
Intervistata a luglio dalla nostra redazione, Giulia Adamo era tornata sull’argomento, dicendosi stupita dal passo indietro dell’amministrazione in carica, i cui principali rappresentanti si erano precedentemente schierati sulle sue posizioni, in contrapposizione alle scelte fatte dalla giunta Di Girolamo: “Con Massimo Grillo e l’avvocato Paolo Ruggieri avevamo firmato un documento in cui il sindaco si impegnava una volta eletto a riprendere il progetto esistente, definire le ultimissime procedure e dato che è già esecutivo, dare il via ai lavori”.
Sono seguiti mesi di silenzio, interrotti la scorsa settimana da un intervento del presidente della Commissione Antimafia Regionale Claudio Fava, che sembra aver preso a cuore la vicenda su input del gruppo consigliare marsalese di Cento Passi. Il deputato regionale catanese paragona il tortuoso percorso che si sta seguendo per il Porto di Marsala a “un estenuante gioco dell’oca” e in ragione di ciò ha presentato un’interrogazione per chiedere chiarimenti al governo Musumeci, che a sua volta ha risposto con una nota a firma dell’assessore Marco Falcone in cui si parla delle nuove progettualità, tacendo sul destino di quelle precedenti.
“Avevo richiesto una seduta consiliare aperta sul progetto del Porto al fine di fare chiarezza sui motivi tecnici che ne impediscono la realizzazione e contestualmente trovare delle soluzioni che possano consentire di sfruttare il lavoro già fatto – spiega Nicola Fici -. La mia richiesta non è stata accolta e dopo l’interrogazione dell’onorevole Fava all’Ars altri esponenti politici locali e regionali hanno cominciato a dibattere sul Progetto del Porto di Marsala. Ho l’impressione che la questione del Porto sia diventata soltanto una cavallo di battaglia mediatico perché, se veramente si fosse voluto mettere in campo qualcosa di concreto, si sarebbe cominciato dalle iniziative più semplici, come appunto un consiglio comunale aperto con tecnici esperti che possano rendere trasparenti problemi e soluzioni”.
L’aspetto che risulta evidente è che, come avvenne già in passato, la vicenda sembra destare imbarazzi istituzionali che una parte dell’opinione pubblica fa seriamente fatica a comprendere. Anche la spiegazione, data da alcuni esponenti politici, che il progetto del 2012 non sarebbe compatibile con il nuovo Piano regolatore del Porto potrebbe non essere così determinante come qualcuno asserisce. Su quest’aspetto, l’ex dirigente della Provincia di Trapani Ninni Candela sgombra il campo dai dubbi: “Il progetto redatto dall’ingegnere Viviano presenta delle compatibilità importanti con il Piano regolatore vigente, sia per quanto riguarda gli interventi sul molo Levante che per quelli riguardanti la sistemazione dell’area dei pescatori e la banchina di riva”. Per l’ex dirigente risulterebbe inoltre inutile procedere, come ventilato nelle ultime settimane da ambienti vicini all’amministrazione, a un nuovo studio di fattibilità: “A che serve? Uno studio di fattibilità solitamente precede la stesura di un progetto preliminare. Qui abbiamo già un progetto definitivo, cantierabile e quasi esecutivo”. Se proprio fossero necessari alcuni adeguamenti, come comunque si sostiene da più parti, per Candela si potrebbe tranquillamente procedere a incaricare una società terza come la R.A.M. (Rete delle Autostrade del Mediterraneo), emanazione del Ministero delle Infrastrutture, che “qualora ce ne fosse bisogno procederebbe ai necessari adeguamenti e in 6 mesi avremmo il progetto pronto e finanziato”. “Se poi – aggiunge l’ex dirigente provinciale – si dovesse rendere necessaria una modifica al Piano regolatore del Porto, basterebbe una delibera di Consiglio. Ma, ripeto, si tratta di opere compatibili. Serve solo la volontà politica”.