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“Portrait of Red”, il piano di Dario Silvia ponte tra tradizione e innovazione nel nuovo album

Uno dei musicisti e compositori della nuova leva più prolifici a Marsala, il pianista Dario Silvia, ha pubblicato l’ultimo lavoro discografico e il primo da solista, dal titolo “Portrait of Red”.

Dopo numerose collaborazioni, sia live che in studio, passando dall’indie al rock, Dario Silvia si è innamorato del jazz e accostandosi ad esso, ha voluto omaggiare due grandi pianisti molto diversi tra loro per stile: Red Garland e Bill Evans. “Per il primo album uscito a mio nome – ci dice il musicista – ho voluto iniziare dagli albori, da due pianisti jazz come Garland e Evans, entrambi hanno suonato con Miles Davis. Il primo rappresenta la tradizione, il secondo l’innovazione. Ed io ho voluto creare un collante, un ponte tra i due stili diversi benché appartenenti allo stesso periodo storico. “Portrait of Red” è il connubio tra due grandi lavori, “A Garland of Red” del pianista di Dallas e “Portrait in Jazz” di Evans, credo che lì dentro ci sia la sostanza del jazz di quegli anni”.

Ad accompagnare in questo percorso musicale Dario Silvia, i musicisti Peppe Pipitone al contrabbasso e Fabrizio Parrinello alla batteria. Rispetto della tradizione, precisione, passione, fantasie armoniche, sinergia tra musicisti e buone dinamiche melodiche accompagnano l’home album di Silvia registrato nel suo studio durante la pandemia, godendo di quella presa diretta e della calda atmosfera che solo una mente concentrata ampiamente nel suo forte e strabordante estro creativo può generare. I primi tre brani sono di Garland, gli altri tre di Evans e c’è una coerenza in questo.

“Mi piaceva l’idea di mantenere una evoluzione storica tra i vari stili – ci dice il pianista marsalese -; il primo brano, “Makin’ Whoopee”, è stato registrato in stile Stride Piano; nel secondo, “A Foggy Day”, metto in evidenza i fraseggi e la matrice swing. “My romance” è una ballad più riflessiva. Da qui si passa ai brani di Evans, quindi meno standard, da “Witchcraft” in poi, in cui si fa intenso lo scambio tra noi musicisti; il contrabbasso spesso dialoga con la batteria e il pianoforte. D’altronde Evans è stato un maestro delle armonizzazioni, riusciva a rielaborare qualcosa di semplice. A differenza degli altri dischi fatti, ho voluto che questo suonasse vintage, per fare in modo che fosse un tributo genuino, catturandone l’essenza oltre alle improvvisazioni. Spero con questo album di far avvicinare l’ascoltatore medio al jazz, è un disco anche da sottofondo, easy listening”.

Ascoltando “Portrait of Red” – che vede il missaggio di Fabio Genco e il mastering di Antonio La Rosa – si comprende come quello di Dario Silvia sia amore e rispetto per la musica d’Oltreoceano. E già pensa al prossimo lavoro di nuove, sue, composizioni. Manca solo l’ingresso in studio per poter tornare a respirare quell’atmosfera dopo oltre un anno e mezzo di pandemia da Covid-19. Onirica e incisiva la copertina dell’album realizzata da Mauro “Doc Wilson” Filardo: Dario Silvia seduto davanti alle immagini dei suoi due “miti” in uno sfondo completamente rosso, rosso come le suadenti luci dei jazz club.

“Portrait of Red” si può ascoltare in tutte le piattaforme streaming, una fra tante Spotify. La copia del disco in formato fisico si può ordinare scrivendo a: info@dariosilvia.com

redazione

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