Un romanzo che esalta la storia e il fascino senza tempo di Mozia attraverso gli uomini che sono stati protagonisti della sua riscoperta. Si presenta così “I geni di Mozia” (edizioni Il Vomere) di Lorenzo Nigro, archeologo e docente all’Università La Sapienza di Roma, che ha legato il proprio nome all’isola dirigendo la missione che ha consentito diverse importanti scoperte dello storico insediamento fenicio. “Le conquiste delle generazioni che ci hanno preceduto ci nutrono l’anima” ha sottolineato Nigro durante la presentazione tenutasi ieri a Mozia, alla presenza del sindaco Massimo Grillo, che ha colto l’occasione della partecipazione all’evento del presidente della Regione Nello Musumeci per auspicare la realizzazione del nuovo porto di Marsala, che consentirebbe a quest’angolo della Sicilia Occidentale di tornare ad essere crocevia del Mediterraneo.
Musumeci ha dialogato con l’autore riservando parole di apprezzamento per la sua opera (“scrive più da letterato che da archeologo”) e ribadendo il proprio legame con Mozia con l’impegno a portare la luce elettrica sull’isola, che da anni è garantita solo dalla presenza di un alternatore di corrente. “Credo di aver capito come funziona la pubblica amministrazione e l’ho capito a mio danno”, ha poi affermato il presidente della Regione che, a un certo punto, ha riservato una serie di affondi rispetto alla rigidità delle Soprintendenze (“gli archeologi dovrebbero scavare, non andare a dirigere uffici”), ricordando le conversazioni con il compianto assessore Sebastiano Tusa, a proposito delle difficoltà a valorizzare i siti culturali in Sicilia e finendo per polemizzare con la sorella Lidia, componente della Fondazione Whitaker: “Lei rappresenta la Regione, se non è d’accordo con le nostre idee non le resta che dimettersi”.
“Mozia – ha concluso Musumeci – potrebbe diventare uno dei luoghi più importanti del Mediterraneo, con una grande ricaduta sull’economia di Marsala”. Il professore Nigro, dal canto suo, ha auspicato che si possa veramente far crescere l’attenzione intorno a Mozia con un aumento delle presenze (attualmente circa 60 mila l’anno), “pur senza turismo di massa”.