Il 2020, è stato l’anno del centenario della nascita di Federico Fellini, il regista “più grande della sua stessa arte”. Il Covid-19 purtroppo ne ha fermato le celebrazioni, ma grazie alla curatrice d’arte Gianna Panicola, la mostra collettiva “La Strada” – che prende il nome dal celebre film del regista riminese – prende vita fino al 19 di settembre nelle sale G. Cavarretta e Zerilli dell’ex Convento del Carmine.
Un omaggio a chi ha fatto del cinema un’arte, poesia, filosofia, ma soprattutto desidera, attraverso lo sguardo, la sensibilità e il talento di 10 artisti, offrire diversi punti di lettura, diverse aperture, diversi ingressi attraverso linguaggi altrettanto differenti. Espongono Antonino Gaeta, Bianca Giacalone, Marta Mariano, Antonio Mauro, Antonio Gregorio Maria Nuccio, Linda Sofia Randazzo, Salvo Rivolo, Linda Saporito, Igor Scalisi Palminteri, Tiziana Viola-Massa.
Gaeta da più di 20 anni lavora nel campo delle arti visive, sperimentando sia materiali che tecniche diverse. Dopo una crisi mistica che lo porta ad allontanarsi dalla pittura, torna con una nuova identità ad intagliare nel legno forme complesse, fondando nel 2016 la Casa D’arte ARTE’, luogo di creazione e di incontro tra “Menti Libere e Audaci”.
Bianca Giacalone ha la “visione d’insieme” di una giovane artista laureata in Studi del Cinema, ha lavorato presso vari Festival del Cinema e alla Biennale di Venezia.
Mariano scruta l’arte con la filosofia, indagando il difficile ed enigmatico rapporto con il proprio sé-superficie-pelle attraverso la sua macchina fotografica, in cui l’obiettivo viene percepito con un’area quasi sacra.
Mauro è un architetto che scruta la progettazione architettonica delle opere, frutto dei suoi studi, trovando il giusto equilibrio tra architettura e urbanistica.
Nuccio mette su tela le sue ricerche artistiche e pittoriche, dotate di una vena malinconica, una vena innata in quanto discendente di Giuseppe e Luigi Di Giovanni affermati pittori siciliani a cavallo tra l’800 e il 900.
Randazzo muove i primi passi artistici tra scenografia e pittura, iniziando la carriera come assistente costumista al Teatro Garibaldi di Palermo per il regista Claudio Collovà. Nel 2017 è presente a Imago Mundi, mostra internazionale itinerante della collezione di Luciano Benetton.
Salvo Rivolo viaggia alla continua ricerca espressiva in diverse tecniche pittoriche, definendosi “artista sociale”, non solo alla ricerca della bellezza in se ma anche della consistenza, una manifestazione, la sua, contro le nefandezze della società odierna.
Saporito ha fatto dello spazio architettonico la sua ricerca pittorica, in cui emerge una ripetizione ossessiva delle figure, ovvero l’indagine dell’artista sulla società contemporanea vista come sistema diffuso di pensieri condivisi.
Scalisi Palminteri è sempre alla ricerca di nuovi percorsi; componente forte nelle sue opere è la religiosità, i suoi santi sono moderni e umani, una sorta di indagine sulla natura umana e sulla sua identità.
Viola-Massa proviene dall’Accademia di Belle Arti di Palermo, realizzando diverse personali e collettive in Italia e all’estero. Si pregia di aver realizzato nel 2009 12 grandi tele dal nome “Acqua Fuoco” collocate nella Chiesa di San Gabriele Arcangelo di Palermo.