Categorie: #CoronavirusAperturaApertura home

Vaccini, verso terza dose a ottobre per i fragili

Una parte della popolazione non ha completato il ciclo vaccinale per proteggersi dal Covid-19. Tuttavia, sta crescendo in questi giorni il dibattito sulla cosiddetta “terza dose”, che è già in fase di somministrazione in Israele con risultati ritenuti particolarmente positivi nella diminuzione dei contagi. Moderna ha annunciato di aver presentato alla Fda americana i dati per la valutazione della terza dose del suo vaccino anti-Covid, per ottenere l’autorizzazione. “Nei prossimi giorni – afferma l’amministratore delegato, Stephane Bancel – verranno presentate le informazioni anche all’Ema e ad altre autorità nel mondo. I risultati mostrano una robusta risposta degli anticorpi contro la variante Delta”.

Per quanto riguarda l’Italia, Walter Ricciardi, consigliere del ministro Speranza, ha dichiarato che in autunno dovrà partire la somministrazione della terza dose a anziani e fragili. Sulla stessa lunghezza d’onda anche le dichiarazioni del titolare del dicastero della salute del governo Draghi.

In una intervista rilasciata oggi, il sottosegretario alla salute Sileri ha sottolineato che per alcuni soggetti (chi fa la dialisi o le categorie di pazienti fragili) la terza dose “dovrà essere fatta quanto prima” (si parla di ottobre). A seguire si procederà con gli anziani.

Sulla questione, il Centro Europeo per le malattie ha diffuso una nota in cui evidenzia che “sulla base delle prove attuali, non vi è alcuna necessità urgente di somministrare dosi di richiamo dei vaccini agli individui completamente vaccinati nella popolazione generale”. La nota prosegue precisando che “le dosi aggiuntive dovrebbero già essere considerate per le persone con un sistema immunitario gravemente indebolito come parte della loro vaccinazione primaria, se non raggiungono un adeguato livello di protezione dalla vaccinazione primaria standard”. Dal momento che “l’evidenza basata sull’efficacia del vaccino e sulla durata della protezione mostra che tutti i vaccini autorizzati nell’Unione europea sono attualmente altamente protettivi contro l’ospedalizzazione, la malattia grave e la morte legate al Covid-19” allora la priorità dovrebbe essere “vaccinare tutti quegli individui idonei che non hanno ancora completato il corso di vaccinazione raccomandato”. L’Ecdc aggiornerà la sua relazione tecnica man mano che questa e l’Agenzia Europea dei Medicinali (Ema) continueranno a lavorare insieme per raccogliere e valutare i dati che stanno diventando disponibili sui richiami e sulle dosi aggiuntive.

redazione

Condividi