Un genitore interviene sul caso dell’Istituto Comprensivo “Sirtori”, la cui sede centrale è rimasta senza scuola, a causa dell’inagibilità dell’edificio scolastico e 200 alunni non potranno svolgere le lezioni se non con doppi turni.
“A Marsala c’è un bellissimo tramonto. Peccato che oggi, a tramontare a Marsala sia il diritto all’istruzione per mia figlia e per tutti i suoi compagni che frequentano l’Istituto Sirtori di Marsala. Sono una mamma del Sirtori. Una mamma che lavora a tempo pieno. Una mamma che ha assistito a questa indegna pantomima tra Amministratori locali e Dirigenti vari, restando in silenzio e pur sempre speranzosa e fiduciosa che una soluzione per questi bambini si sarebbe trovata… ci siamo sempre detti: “sono troppi! Non possono lasciarli senza la scuola”… già la scuola! Oggi arrivano chiarimenti su come la scuola inizia (a mio avviso finisce) il prossimo 16 di Settembre. I bambini “più grandicelli” delle classi di primaria, per circa un mese e mezzo (ma non ci crede nessuno che sia “solo” un mese e mezzo), dovranno auto-tassarsi sulle ore di lezione, sì, ne faranno 3 al giorno, faranno solo 3 ore di lezione al giorno per un mese e mezzo, con orari diversi e turni alternati. Dov’è è finita la Scuola? Abbiamo affrontato il precedente anno scolastico effettuando i turni pomeridiani in seguito alla mancanza di aule per le misure Covid in atto, ma la situazione era di “emergenza” per tutto il paese, e nonostante i disagi, ce ne siamo fatti una ragione. Abbiamo assistito a tristissime dirette Facebook da parte del primo cittadino, dove si dava comunicazione dei numerosi focolai Covid all’interno del nostro Istituto, causa della zona rossa a Marsala (dirette social molto tristi sì, perché se un problema c’è, lo si affronta nelle sedi opportune e con i soggetti interessati). Abbiamo perso intere settimane di scuola nel clima generato di panico totale. Speravamo di riprendere il nuovo anno, con una certa serenità, ma per i bambini del Sirtori, all’emergenza Covid, si aggiunge l’emergenza di scoprire ad un certo punto della storia, che un intero istituto (che ospita alunni e personale scolastico da sempre) non è più adeguato alla sua funzione, in quanto non rispetta determinati parametri anti-sismici. Sono passati mesi, e quella di ridurre le ore scolastiche, sembra sia l’unica soluzione. Soluzione temporanea certo, ma pur sempre l’unica soluzione proposta. Non ci sono alternative, se non forse quella di ritornare ai famigerati turni pomeridiani sempre più frequenti. Io sono certa dell’impegno profuso da parte di Amministratori locali e Dirigenza scolastica nel cercare di risolvere la vicenda Sirtori, ma se tutto lo sforzo è servito a dire alle famiglie di portare i bambini a scuola per tre ore al giorno, e dire che devono, a volte entrare e a volte uscire alle ore 11 del mattino, sappiate che il vostro impegno, o quello di chi vi ha preceduto, non è stato abbastanza, non è sufficiente. Io non voglio parlare del notevole disagio che questa situazione determina all’interno di tutte le famiglie coinvolte, in particolare nelle famiglie dove le mamme purtroppo lavorano (e se mi trovo a dire “purtroppo” qualcosa non sta andando bene in questa nostra società). Non voglio parlare delle ragioni dei “grandi”, ma di quelle dei “piccoli”. Se io oggi non riesco a garantire a mia figlia di ritornare sui banchi di scuola con equilibrio e serenità, io oggi mi sento di avere fallito, il senso di frustrazione è enorme. Io in qualità di genitore ho il dovere di tutelare mia figlia, voi amministratori con il potere di rappresentanza, avete il dovere di tutelare l’intera comunità, specialmente la comunità scolastica e mi chiedo se un minimo, provate la stessa frustrazione che provo io. Quale priorità state dando alla Scuola? Quale peso ha questa Istituzione? Quale ruolo ha nella formazione delle future generazioni? Io mi chiedo perché mia figlia e i suoi compagni debbano subire le mancanze di chi governa questa città, io mi chiedo perché questi bambini debbano essere derubati dagli adulti del sacrosanto diritto all’istruzione. Io mi chiedo perché debbano rimanere indietro rispetto ai loro coetanei che effettuano lezioni regolari. Io mi chiedo perché dovrei fare subire a mia figlia il distacco dalle sue insegnanti e dai suoi compagni, se pensassi di cambiare scuola (ammesso che una nuova scuola possa accogliere tutte queste pecorelle smarrite). Io mi chiedo se non state sminuendo il valore della Scuola agli occhi di questi bambini (non sappiamo dove sarà la tua scuola quest’anno… oggi a scuola 3 ore, domani forse il pomeriggio…). La Scuola, che insieme alle Famiglie dovrebbe essere il punto di riferimento per questi ragazzi che crescono, perde, ai loro occhi, l’importanza e il ruolo che merita, e rimane un impegno disordinato, precario e marginale. Io mi chiedo se gli amministratori di questa città si stanno facendo delle domande, io mi chiedo chi si assumerà le responsabilità delle mancate risposte a danno dei nostri bambini”.
Patrizia Giano