Categorie: Lettere

Scrive Filippo Piccione sul successo del Festival “Il mare colore dei libri”

Caro direttore,

ho seguito con una certa curiosità e con non poco interesse il Festival dell’editoria, del libro e della cultura, “Il Mare colore dei Libri” che, come noto, ha avuto luogo presso la Villa Cavallotti dal 6 all’8 agosto. La prima considerazione che ho tratto è che l’iniziativa ha registrato un notevole successo, nonostante gli ostacoli cui sarebbe andata incontro. Lo stesso titolo, che evoca “Il mare colore del vino” di Leonardo Sciascia, è stato in pieno azzeccato. Poi c’è voluto altro. E grazie, soprattutto all’impegno, all’esperienza, alla capacità, alla tenacia e all’intraprendenza di Ottavio Navarra, che ha lanciato e creduto nella sua proposta – con il patrocinio del Comune di Marsala e organizzato in collaborazione con la Regione Siciliana – è stato raggiunto un risultato che in partenza non era scontato. Non era scontato per una serie di difficoltà obiettive e soggettive, endogene ed esogene: più di un anno e mezzo di pandemia e di lockdown, che hanno impedito in tutto il Paese che si tenessero eventi analoghi; l’annuncio dell’arrivo minaccioso di un’ondata di caldo africano che avrebbe pregiudicato lo svolgimento del Festival; infine, il dover fare i conti con una situazione politica, ambientale e territoriale precaria creata da una serie di disservizi e di mancati interventi da parte del Comune di Marsala che avrebbero ostacolato e ridotto una partecipazione più ampia e convinta dei cittadini.

Fatta questa premessa mi pare opportuno aggiungere altre annotazioni e impressioni che riguardano l’evento.

Il modello di Villa Cavallotti ricorda, molto da vicino, quello adottato alla Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria “Più libri più liberi” che annualmente si svolge all’interno degli ampi locali della Nuvola di Fuksas di Roma, nel grande edificio dell’Eur. Qui vengono ospitati centinaia di stand stipati di volumi con un intenso programma di incontri con gli autori. Fra questi, è giusto in questa sede citarlo, da molti anni, è presente quello di Navarra Editore che io immancabilmente vado a visitare con la speranza di incontrare Ottavio con cui mi intrattengo volentieri a parlare di libri ma anche della nostra amata città di Marsala.

Un dialogo che abbiamo, sia pure a tratti, ripreso nei giorni della fiera del libro a Villa Cavallotti con modalità, forme e tempi diversi compatibili con i suoi molteplici impegni. Ottavio Navarra questa volta non aveva assunto la posizione statica del libraio seduto ad aspettare che il visitatore si avvicinasse al suo gazebo. Ma in quella dinamica che più dinamica non si può. Ha dimostrato di essere un organizzatore oltre che attento, efficace, incisivo, tenace, anche premuroso verso gli autori e i potenziali lettori. I suoi interventi fatti nel momento e nei modi giusti e misurati e sempre aderenti all’argomento, avevano l’obiettivo di arricchire il dibattito, senza strafare o invadere il campo altrui. Tutto questo l’ha fatto promuovendo e implementando un “originale” tre giorni nella sua Città, mettendo insieme una fiera del libro con i migliori rappresentanti dell’editoria indipendente siciliana e un intenso e poderoso programma letterario “fatto di eventi eterogenei per tutte le età, legati alla lettura e alla parola scritta e parlata.

Fra Più libri più liberi di Roma e Il mare colore dei libri di Marsala ho solo riscontrato molte affinità e poche differenze. Una di queste il numero, gli stand dei libri esposti dalle singole case editrici presenti in tutto il Paese mentre il resto più o meno aveva le stesse caratteristiche. Differiva solo l’ambiente. Nell’edificio della Nuvola, all’Eur, gli stand somigliavano agli uffici moderni, uno attaccato all’altro, mentre nella villa Cavallotti essi si snodavano lungo il viale alberato di magnolie secolari intervallati da golfi, cale, moli, ormeggi, baie, approdi. A ciascuno era stato assegnato il nome di una scrittrice (poche) e di uno scrittore (molti). A Leonardo Sciascia era stato dedicato l’approdo principale della fiera. Forse in omaggio al suo centenario della nascita o perché ritenuto dagli organizzatori il migliore scrittore siciliano. I tempi in cui venivano presentati i libri, che hanno visto una massiccia partecipazione di pubblico, quasi sempre con l’intervento dell’autrice e dell’autore, aveva la durata di un’ora sempre scrupolosamente osservata. Nella fiera Più libri più liberi la presentazione dei testi avveniva nelle stanze indicate da un corpo celeste: Luna, Marte, Venere, Giove, e si svolgevano sempre nel rispetto dell’ora stabilita. A Marsala dal mare con le sue mille declinazioni, come metafora letteraria: “misterioso e affascinante, luogo di incontro e di scontro, teatro di migrazioni e ammutinamenti, simbolo di sfida, avventura, viaggio, ma anche perdita di sé, ricerca di un altrove, naufragio, abbandono, emblema di sconfinatezza e a un tempo patrimonio da proteggere e tutelare, in chiave ambientale e da valorizzare, in chiave turistica e culturale”. (Un passo che richiama la prosa di Vincenzo Consolo). Ho pensato che queste parole fossero il frutto della feconda mente di Ottavio. Poi mi sono trattenuto per evitare di essere indicato come un suo apologeta. E quindi ho voluto legare la parte finale di questo periodo al fatto che potesse diventare monito per chi guida la nostra comunità che mostra invece indifferenza rispetto alle sollecitazioni e gli appelli che provengono dalla cittadinanza e dalla società civile intesa nel suo insieme oltre che dalla ancora debole, sia pure determinata, opposizione politica della città.

Filippo Piccione

redazione

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