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“Sikelìa”, il video-progetto di Cico Messina con Jerusa Barros e tanti musicisti. VIDEO

E’ uscito il nuovo singolo di Cico Messina, “Sikelìa”. Diretto da Antonio Messana, regista trapanese, il video del cantautore mazarese è un piano sequenza che porta lo spettatore all’interno della “Stanza della Musica” di un vecchio baglio siciliano tra le campagne di Fontanasalsa, contrada del capoluogo di Provincia. Come in un Decamerone dei giorni nostri, questa volta i protagonisti sono otto musicisti con storie di musica e di vita che si intrecciano e provano a rigenerare ciò che la pandemia ha silenziato o, in alcuni casi, distrutto: musica dal vivo, concerti e spettacoli.

La prima storia è quella di Jerusa Barros cantante capoverdiana, nata nell’isola di Sal ma trasferitasi a Palermo quando era ancora bambina. Jerusa ha tradotto in Creolo “Sikelìa”, il brano scritto da Cico esaltando la “Morabeza”, quel senso di nostalgica appartenenza alle proprie radici. Al centro c’è Francesco Messina “Cico”, autore del brano. Dopo aver preso parte e aver prodotto diverse band musicali con cui ha girato Italia ed Europa, ha deciso di tornare in Sicilia in modo da riscoprirla e rivalorizzarla attraverso la sua musica che ha dentro tutti i suoni e i colori del Sud del mondo, quell’allegria di unione ma anche quella saudagi tipica dei suoni portoghesi e sudamericani. In questo perenne dialogo interculturale, c’è la storia dei Seabemolle il progetto artistico musical-marinaresco “spinto dal vento” e dall’idea poetica di portare arte e musica attraverso il mare, realizzato da un collettivo di musicisti e artisti che si sposta per il Mediterraneo navigando con la barca a vela Nuages, un Nelson 38 del 1985.

Restano infine le storie dei musicisti marsalesi Dario Salerno, Salvo Casano, Peppe Pipitone e del valdericino Joe Santoro. Legati da una lunghissima amicizia, fortificata dai tantissimi progetti musicali intrapresi negli anni che hanno creato un ormai riconoscibile “Sound” lilybetano, il progetto “Sikelìa” ha preso vita nel baglio di Nicola Candela che ha aperto i portoni e il cuore del suo antico casale, col desiderio di trasformarlo in una casa dell’arte. Il Baglio infatti, è un centro Culturale-Rurale per le arti performative, ovvero il dialogo interculturale, l’agricoltura bio-etica e le economie alternativi e sostenibili: uno spazio pensato con l’esigenza di ridefinire i territori, ripianificare il fenomeno migratorio e ripensare il ‘mescolarsi’ come valore centrale dell’incontro tra culture. Il progetto é promosso dall’associazione culturale LiberaMeLiberaTutti e sostenuto dall’azienda agricola Xiggiari.

redazione

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