Categorie: AperturaApertura homeMarsala

Cinque anni dall’omicidio Mirarchi. Rischia la chiusura la sua caserma di Ciavolo: i residenti scrivono al sindaco

Sono passati 5 anni dall’omicidio del maresciallo Silvio Mirarchi. Il vicecomandante della Stazione dei Carabinieri di Ciavolo stava svolgendo un’attività di controllo nella zona di Ventrischi assieme a un collega quando fu gravemente ferito da una raffica di colpi, partiti da tre diverse armi da fuoco. Trasportato prima all’ospedale di Marsala, fu poi trasferito a Palermo dove si consumò il suo decesso. Aveva 53 anni.

L’episodio destò grande emozione sul territorio e i Comuni di Marsala e Petrosino dichiararono una giornata di lutto cittadino nella giornata dei funerali, celebrati il 4 giugno alla presenza della più alte cariche civili e militari, tra cui il Ministro dell’Interno dell’epoca, Angelino Alfano, e il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Tullio Del Sette. Per indagare sul delitto e sul business delle piantagioni di canapa allestito presso le serre in dismissione nel versante sud di Marsala, arrivò anche il gruppo dei Cacciatori di Calabria, che setacciarono il territorio alla ricerca di elementi utili alle indagini. Pochi giorni dopo, l’arresto di Nicolò Girgenti, successivamente condannato all’ergastolo in primo e secondo grado per concorso in omicidio. A distanza di cinque anni, si tratta dell’unico pezzo di un mosaico più articolato: è certo, infatti, che alla sparatoria presero parte altri soggetti, ma al momento non è emerso nulla rispetto alla loro identità, né su un’eventuale ruolo della criminalità organizzata di cui si era parlato con insistenza in una prima fase.

Nel frattempo, proprio nei giorni in cui la città torna a ricordare Silvio Mirarchi, si fa strada la preoccupazione di un gruppo di residenti delle contrada di Digerbato, Ciavolotto, Ciavolo e Scacciaiazzo, che hanno scritto al sindaco Massimo Grillo, chiedendo di porre l’attenzione su alcune problematiche che negli anni stanno interessando queste contrade. Il riferimento è alla chiusura di molte attività (ufficio postale, ultimamente anche parte degli uffici della Banca) in seguito anche alla diminuzione della popolazione delle stesse contrade per effetto di una migrazione verso le città più grandi per la ricerca di lavoro. “A preoccuparci – scrivono i residenti delle citate contrade – è anche l’ipotesi della chiusura della caserma dei Carabinieri che per noi rappresenta vero baluardo di legalità per delle contrade che seppur piccole negli anni sono state segnate da eventi malavitosi significativi”.

Benchè piccola, la sede di Ciavolo dell’Arma è infatti un presidio importante, in un’area finita più volte al centro delle cronache sia per la coltivazione di sostanze stupefacenti, sia per lo smaltimento illecito di rifiuti all’interno delle cave dismesse. Salvaguardarla (e magari potenziarla), sarebbe il modo migliore per onorare il ricordo del maresciallo Mirarchi, ma anche per fare sentire la presenza dello Stato ai tanti residenti che hanno evidenziato i citati problemi di sicurezza in una zona che sconta già numerose criticità legate alla sua collocazione periferica.

redazione

Condividi
Tags: Silvio Mirarchi