Oggi è stato lanciato il green pass, ovvero la «certificazione verde». È il “lascia passare” introdotto dal decreto anti-Covid del 22 aprile, poi modificato dal decreto del 18 maggio, per potersi spostare in entrata e in uscita dalle Regioni in fascia arancione o rossa ma anche in fasce gialle o bianche come in Italia.
Un documento che verrà poi soppiantato il primo luglio dal Digital Covid Certificate, un certificato analogo ideato dalla Ue per ripristinare la libertà di movimento nel perimetro comunitario. Nell’attesa, gli stati membri possono iniziare già a giugno i primi test e la Commissione ha proposte delle raccomandazioni per rimuovere gli ostacoli alla libertà di circolazione.
Ecco le regole.
Il green pass dimostra di essere stati vaccinati o di essere guariti dal Covid-19 o di essersi sottoposti a tampone con esito negativo.
Serve per spostarsi tra le regioni in fascia arancione e rossa (anche se in questa fase l’Italia in realtà è tutta gialla), ma anche per visitare gli anziani nelle case di riposo (Rsa). E servirà per partecipare a feste e banchetti di nozze dal 15 giugno nelle regioni in zona gialla e dal 31 maggio in quelle in fascia bianca. Possibile in futuro il ricorso a questo certificato per presenziare ad altri eventi, come i concerti con capienza maggiore di quella attualmente consentita (fino a un massimo di mille spettatori in impianti all’aperto e fino a 500 al chiuso), ma anche per andare in discoteca.
Indipendentemente dalla vaccinazione fatta o dalla guarigione dal Covid, per ora per entrare in Italia serve perciò sempre un tampone negativo, 48 ore prima della partenza. Con 10 giorni di quarantena all’arrivo se si proviene dai Paesi extra Ue (dal 16 maggio è stata abolita per chi proviene dai paesi Ue e dell’area Schengen, oltre che dalla Gran Bretagna e da Israele). Per chi deve andare all’estero, va precisato che ogni paese ha le proprie regole, diverse anche all’interno dell’Unione europea. In linea di massima, per ora, anche se vaccinati, serve ancora un tampone prima della partenza.
Le istituzioni Ue hanno raggiunto un accordo per ripristinare la libertà di movimento con un certificato analogo al Green pass italiano: l’Eu Digital Covid Certificate, già noto come Digital Green Certificate. Il documento attesterà se un cittadino Ue è stata vaccinato contro il coronavirus, si è sottoposto a tampone con esito negativo o è guarito dal Covid, sviluppando gli anticorpi necessari. Il pass si baserà su un QR Code associato a un codice identificativo univoco a livello nazionale e leggibile da tutti gli Stati Ue. Il regolamento che lo istituisce dovrebbe entrare in vigore al 1° luglio, dopo il via libera atteso da Eurocamera e Consiglio, ma già da giugno si inizieranno le prime sperimentazioni nei paesi Ue. Il 1° giugno entrerà in funzione il gateway europeo per raccogliere i dati e, quanto si apprende, l’Italia sarà fra i primi paesi europei a collegarsi. I singoli Paesi non dovrebbero applicare altre restrizioni «in linea di principio», ma potranno imporle «ove necessario e in modo proporzionato, sulla base di evidenze, con notifica alla Commissione e ad altri Stati membri».
Per i vaccinati «la certificazione è rilasciata, in formato cartaceo o digitale, dalla struttura sanitaria ovvero dall’esercente la professione sanitaria che effettua la vaccinazione». Per i guariti dal Covid la certificazione verde è rilasciata «in formato cartaceo o digitale, dalla struttura presso la quale è avvenuto il ricovero del paziente affetto da Covid-19, oppure, per i pazienti non ricoverati, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta». Il risultato negativo del tampone viene attestato dalla farmacia o dal laboratorio privato in cui si effettua il test molecolare o antigenico.
Quindi il green pass non è altro che la certificazione che attesta l’avvenuto Covid, il vaccino o l’aver effettuato un tampone.
Contestualmente al rilascio, la struttura sanitaria, anche tramite i sistemi informativi regionali, provvede a rendere disponibile la certificazione nel fascicolo sanitario elettronico dell’interessato.
Il certificato è attualmente cartaceo. Ma il ministro per l’Innovazione Vittorio Colao in vista dell’entrata in vigore il 1° luglio del green pass europeo, ha confermato che, sempre dal 1° luglio, il certificato digitale sarà a disposizione degli italiani. I ministeri dell’Innovazione e della Salute stanno lavorando a una versione digitale sotto forma di Qr code scaricabile sull’app Io o su Immuni. Nel primo caso si accederà con Spid o con la carta di identità elettronica e si scaricherà il pass; se si opta per Immuni, dal ministero dell’Innovazione spiegano che per accedere al certificato occorrerà una password generata con il sistema Otp (one time password), cioè una chiave di accesso “usa e getta”.
La durata del green pass per i vaccinati è stata portata da 6 mesi a 9 mesi «a far data dal completamento del ciclo vaccinale». Non solo. È stato deciso di rilasciare la certificazione contestualmente alla somministrazione della prima dose di vaccino, «con validità dal «quindicesimo giorno successivo alla somministrazione fino alla data prevista per il completamento del ciclo vaccinale». La durata della certificazione verde in caso di guarigione resta di sei mesi a far data dall’avvenuta guarigione dal Covid. In caso di tampone negativo, il certificato ha una validità di quarantotto ore dall’esecuzione del test.
Per quanto riguarda la validità in base ai vaccini, per chi fa il vaccino di AstraZeneca (la seconda dose viene somministrata dopo circa tre mesi),il green pass ha una validità di quasi un anno. Per chi invece riceve la somministrazione di quello di Johnson&Johnson (una sola dose) la durata del documento è di 9 mesi. Per chi ricorre ai vaccini a Rna messaggero Pfizer e Moderna (richiamo dopo 42 giorni) va calcolata una durata intermedia.
Il certificato è gratuito. A pagamento è solo il tampone. Il tampone molecolare rimane il “gold standard” per la diagnosi del Covid. Il costo varia tra i 60 e i 100 euro a seconda delle strutture e delle regioni. Il prezzo medio per fare un test rapido antigenico (eseguibile anche in farmacia) è di 30-40 euro.
Il green pass serve anche ai minori e per tutti coloro al di sopra dei 2 anni.
Come tutti i provvedimenti che riguardano in maniera più o meno diretta i dati sensibili dei cittadini, anche il green pass italiano e quello europeo sono stati messi sotto la lente degli organi garanti della privacy. A livello europeo, non sono state rilevate criticità nel gateway che permetterà il controllo dei dati dei passeggeri in entrata, ma per quello che riguarda il pass italiano, le cose non sono andate lisce. Il governo, infatti, non ha coinvolto il Garante durante la stesura del decreto-legge che introduce il green pass italiano e questo ha generato una situazione che appare lacunosa su vari aspetti formali ed esecutivi perché mancano molte indicazioni sulle corrette modalità di conservazione e trattamento dei dati.