La Procura della Repubblica presso il tribunale di Marsala ha emesso decreto di citazione in giudizio davanti al tribunale monocratico per l’udienza del 16 settembre prossimo a carico di un uomo imputato per ricettazione.
Nell’udienza dello scorso gennaio era stata assolta perché il fatto non costituisce reato, una donna accusata anche lei di ricettazione. I fatti si riferiscono al 2013 quando una signora si era vista oggetto di un regalo da parte del marito. Il coniuge aveva omaggiato la moglie di un telefonino acquistato di seconda mano da un privato.
Come era normale che fosse la donna lo aveva dotato di una scheda telefonica a lei intestata e lo aveva messo in funzione. Nel frattempo un soggetto di Castelvetrano aveva denunciato il furto di un suo cellulare e i Carabinieri con indagini condotte attraverso le compagnie telefoniche e utilizzando mezzi di tipo informatico avevano rintracciato, tramite le telefonate effettuate il cellulare, individuandolo come quello in uso alla donna marsalese che era stata convocata in caserma.
La signora, come poi si è dimostrato nelle udienze in tribunale in perfetta buonafede, non solo aveva raccontato ai militari di avere ricevuto il telefono in regalo ma addirittura lo aveva esibito e i militari dell’Arma lo avevano immediatamente confiscato.
A termine delle indagini la donna è stata rinviata a giudizio per ricettazione. Nelle varie udienze, tenute davanti al giudice monocratico di Marsala Bruno Vivona sono state acquisite varie registrazioni di telefonate, tutte dal tenore privato, effettuate o ricevute dal telefonino. Sono anche stati sentiti i coniugi che hanno confermato la dinamica dall’avvenuto possesso dell’oggetto.
La donna, assistita dall’avvocato del Foro di Marsala, Nicola Sammaritano, è stata assolta perché il fatto non costituisce reato, mentre le dichiarazioni del marito relative all’acquisto del telefonino, sono state trasmesse al Pubblico Ministero per le eventuali ulteriori indagini.
Ora l’uomo è stato rinviato a giudizio. “Ho sempre creduto nella non provenienza delittuosa del possesso dell’oggetto da parte della mia assistita, sono convinto che anche il marito sia del tutto estraneo e in buona fede – ha detto il legale di fiducia-. Sono certo della buonafede dell’imputato e della assenza degli elementi di reato”.