Al via lo sciopero della fame dei vertici siciliani della Confcommercio. La motivazione e le richieste sono state illustrate in una conferenza stampa che si è tenuta nella sede provinciale dell’organizzazione sindacale.
Ad introdurre l’incontro il presidente provinciale Pino Pace che è anche presidente regionale di Unioncamere Sicilia. “Il nostro settore è certamente tra i più colpiti dalle conseguenze economiche legate alla pandemia di covid – ha detto lo storico presidente della Camera di commercio di Trapani -. L’idea di formalizzare questo sciopero della fame a cui aderiscono i presidenti provinciali delle altre realtà siciliane, è quella di mettere a fuoco ancora una volta le esigenze del settore. I commercianti di diversi settori sono ormai allo stremo e se il governo non prenderà prestissimo dei provvedimenti, molte attività chiuderanno definitivamente. Penso però anche ai dipendenti degli esercizi commerciali. Non appena sarà possibile farlo i titolari saranno costretti al licenziamento perchè impossibilitati a corrispondere loro gli emolumenti. Noi chiediamo intanto che si prolunghi almeno di due ore la chiusura degli esercizi di ristorazione. I nostri associati sono pronti e lo hanno già dimostrato, a rispettare le misure imposte. Ma dobbiamo potere sopravvivere. Chiediamo anche una moratoria bancaria relativa al pagamento dei mutui. Ma anche per chi paga l’affitto dei locali dovere svolge l’attività, un aiuto economico concreto”.
Alla iniziativa hanno aderito alcune associazioni di categoria del trapanese. “Esclusi i mesi di luglio e agosto dello scorso anno, i nostro esercizi in pratica non hanno lavorato – ci ha detto il presidente provinciale di federalberghi Antonio Marino -. Non abbiamo alcuna certezza di come ci dobbiamo organizzare per l’imminente stagione estiva. I nostri associati cominciano a ricevere richieste di prenotazioni mentre viviamo nell’incertezza più assoluta. Sentiamo parlare di pass, tamponi e richieste di certificazioni, e poi anche le date che non hanno nulla di definitivo”.
In rappresentava dei ristoratori è intervenuto Michele Castronovo. “La nostra categoria ha subito una sorta di tira e molla. una volta si può aprite, e noi ci attrezziamo acquistando la merce che nel nostro caso è deperibile, poi quasi subito arriva uno stop alle aperture, con conseguenti ingenti danni economici”.
Per le imprese d’intrattenimento era presente il presidente provinciale del Sbl Sipe, Mario Bornice che ha ricordato come il settore degli spettacoli è fermo da tanti mesi e che gli operatori chiedono immediate risposte dal governo. Tutti poi hanno ricordato come alcune spese vive come le bollette e le tasse locali e nazionali debbono essere pagate alla scadenza anche se gli esercizi sono chiusi.
“Per quanto attiene alle tasse locali abbiamo chiesto ai sindaci, che si sono dimostrati disponibili, di azzerarle quanto è più possibile”. Ha concluso Pino Pace.