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Faceva le pulizie al Sant’Antonio Abate e rubava alle mamme dei piccoli pazienti, chiuse le indagini

Nei giorni scorsi, personale dell’Aliquota Polizia di Stato della Sezione di
Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trapani ha notificato nei confronti di L. G. V., una donna di 39 anni, l’Avviso della Conclusione delle Indagini Preliminari — art.415 bis c.p.p. – e contestuale Informazione di Garanzia (art.369 c.p.p. – art.369 bis c.p.p.) emessa dal Sostituto Procuratore Giulia Signaroldi.

La giovane, dipendente di una ditta di pulizie, è stata indagata per il
reato di furto aggravato e per indebito utilizzo di carte di credito e di pagamento, nei confronti di una pluralità di persone, per lo più mamme, che assistevano i figli minori ricoverati in due Reparti presso il Presidio Ospedaliero “Sant’Antonio Abate” di Trapani.

L’attività d’indagine scaturita dalla segnalazione di una poliziotta che
aveva il figlio ricoverato, nonché dalle denunce presentate dalle persone offese, condotta dall’Aliauota Polizia di Stato della Sezione di P. G., ha permesso di individuare ed accertare che L. G. V. da circa un anno, si era resa responsabile di furti di denaro che sottraeva dalle borse delle madri dei piccoli pazienti, custodite all’interno degli armadietti, dopo averle invitate ad uscire dalla stanza-degenza per effettuare le pulizie.

Il lavoro degli investigatori ha permesso inoltre di identificare numerose
persone che, nel tempo, erano state derubate da L. G. V., tra queste un infermiere, una dottoressa ed una addetta alle pulizie, collega dell’indagata, che riferivano particolari loro accaduti che riscontravano appieno quanto dichiarato dalle persone offese in ordine alle modalità di commissione dei fatti reato.

E’ stato altresì accertato che, in una specifica circostanza, l’indagata ha
utilizzato indebitamente, e nell’immediatezza, la carta bancomat che aveva asportato unitamente al borsellino, per effettuare una serie di operazioni, in particolare pagamenti di piccolo importo, a distanza di pochi minuti l’uno dall’altro, presso farmacie, distributori di carburante, pasticcerie, ecc. in modo da escludere la possibilità di dovere utilizzare il codice di sicurezza personale, cosiddetto “pin”.

Per quanto accertato dalla Polizia Giudiziaria, il P. M. condividendone le
risultanze, ha emesso il Provvedimento con il quale la persona è stata avvisata della conclusione delle indagini preliminari.

redazione

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