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Corruzione elettorale, il deputato Stefano Pellegrino rinviato a giudizio

Il Gup del Tribunale di Palermo ha rinviato a giudizio il deputato regionale Stefano Pellegrino, presidente della commissione Affari istituzionali dell’Ars, tra le fila di Forza Italia, indagato nell’ambito dell’inchiesta condotta dai Carabinieri di Trapani che portò al fermo di tre imprenditori accusati di aver finanziato la famiglia del boss latitante Matteo Messina Denaro. Pellegrino, in particolare, è accusato del reato di corruzione elettorale.

L’avvocato marsalese ricevette un avviso di garanzia a febbraio del 2019, nell’ambito dell’indagine “Mafia Bet”, coordinata dalla DDA di Palermo, che portò in carcere gli imprenditori di Campobello di Mazara Salvatore “Mario” Giorgi, di 61 anni, e Calogero Jonn Luppino, di 39, zio e nipote, nonché il castelvetranese Francesco Catalanotto, di 47, gestore di un centro scommesse a Campobello, accusati di associazione mafiosa, estorsione e corruzione elettorale.

All’onorevole Pellegrino non venne contestata l’aggravante mafiosa, però secondo l’accusa, Giorgi e Luppino, obbedendo agli ordini inviati dal carcere dal boss detenuto Franco Luppino, avrebbero sostenuto la candidatura del politico alle regionali del 2017,  promettendo e distribuendo generi alimentari agli elettori in cambio della promessa di voto.

redazione

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