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Il degrado di Amabilina: tra rifiuti abbandonati e occasioni perdute

Da anni le varie amministrazioni di Marsala ragionano, soprattutto in campagna elettorale, su proposte e strumenti per migliorare la qualità della vita nei quartieri popolari. Non sempre, però, l’attenzione che si verifica durante le settimane che precedono le amministrative o le regionali si ritrova nei periodi successivi e, periodicamente, si ha sempre la sensazione di dover ricominciare tutto da capo. Amabilina è un quartiere in cui, negli anni, si è cercato di far sentire in maniera diversa la presenza delle istituzioni cittadine, costruendo asili, scuole, campi da calcio o dislocando le sedi di alcuni uffici pubblici con l’obiettivo di contrastare quel senso di perifericità e di abbandono che spesso i residenti – a ragione – manifestano. Si è persino tentato, attraverso il progetto dell’area artigianale, di realizzare un insediamento produttivo che ogni giorno potesse mettere in vetrina la possibilità di una prospettiva lavorativa solida per i più giovani, spesso tentati dalle lusinghe dei guadagni facili prospettati da chi ha il compito di reclutare le nuove leve della criminalità locale. Purtroppo, a distanza di tanti anni, lungo l’area artigianale si continua a vedere soltanto un’impresa che ha deciso di trasferirvi la sua sede, a testimonianza di un percorso ancora lungo e su cui sono probabilmente pesati alcuni errori di programmazione da parte di chi ha guidato negli anni la città.

Nelle scorse settimane, l’amministrazione Grillo ha annunciato di aver avviato un percorso di ascolto con i residenti, accompagnato da un’azione di scerbatura e pulizia straordinaria. Nel frattempo, però, le situazioni di degrado ambientale continuano a verificarsi in varie zone del quartiere. Facendo un rapido giro, sono diverse le situazioni che balzano all’occhio. Svoltando dal semaforo, superati gli edifici scolastici, sulla destra si notano i lavori avviati nell’ambito del progetto di social housing dovrebbero riqualificare l’area in cui insistevano gli immobili in cui, per anni, sono stati collocati gli uffici tecnici del Comune di Marsala. Andando avanti, però, la situazione comincia a mostrare diverse criticità. A destra della Chiesa, da alcuni giorni sono ricomparsi numerosi sacchi pieni di rifiuti che i “soliti ignoti” hanno pensato di dare alle fiamme, riuscendo solo in parte nella propria impresa. Tutto ciò, proprio accanto ad uno degli spazi verdi che erano stati ripuliti nei giorni scorsi dagli operatori di Energetikambiente, alla presenza dell’assessore all’ambiente Michele Milazzo.

Superato il campetto, più volte oggetto di atti vandalici, sulla sinistra c’è una fila di alberi di pino che precede un ulteriore insediamento abitativo, in cui si può notare anche un piccolo pollaio. Nella parte retrostante si trova una macchina, parcheggiata tra due box auto e spesso aperta. La vettura, che appare ferma da tempo, sembra essersi trasformata in una sorta di pattumiera da cui fuoriescono rifiuti di ogni genere. Un passo più avanti c’è un muro di circa due metri, alle cui spalle si trovano altri rifiuti e persino un divano dismesso, in un quadro generale che certamente non appare salubre per i tanti cittadini che risiedono nelle palazzine adiacenti.

Poco distante, c’è quel che resta di un parco giochi attrezzato all’aperto, pensato per i bambini del quartiere. Ci si aspetterebbe di vedere piccoli correre e giocare, così come avviene altrove. Nulla di tutto ciò: lo scivolo e una delle altalene sono inutilizzabili, il girello in acciaio è sommerso dalle erbacce, così come il percorso per il minigolf. Probabilmente, si tratta di una delle immagini più malinconiche del quartiere, specchio di un’incuria che solo episodicamente viene interrotta.

Dalla parte opposta del quartiere, la situazione non è certamente migliore. Ancora sacchi contenenti rifiuti di ogni genere precedono un cancello da cui si possono notare altri rifiuti, ma anche vari pezzi di auto, moto o simili (anche qui, la situazione per i residenti non appare particolarmente salubre).

Proseguendo verso l’area artigianale, si trovano altre microdiscariche, in cui si trovano anche vari pezzi di eternit in dismissione che potenzialmente rappresentano uno degli aspetti più preoccupanti per la salute dei cittadini che abitano da quelle parti.

A sentire alcuni abitanti della zona, spesso i rifiuti non sono nemmeno autoctoni, ma gettati selvaggiamente da auto o furgoni che, evidentemente, hanno scambiato Amabilina per una discarica pubblica. Uno scenario che, al di là dei blitz straordinari che recentemente e nel passato sono stati effettuati, necessita evidentemente di un monitoraggio e interventi costanti, in modo da consentire ai numerosi residenti vivere in condizioni decorose per la propria sicurezza e di cambiare la storia di un quartiere che troppe volte è stato illuso e deluso dalle istituzioni locali.

Vincenzo Figlioli

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