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Draghi: “Dal 26 si riparte con la zona gialla, c’è ottimismo per i dati e per vaccinazioni”

Il presidente del Consiglio Mario Draghi, nel corso di una conferenza stampa ha parlato di primi segnali di ripartenze nel Paese.

Draghi ha confermato che “… la cabina di regia anticipa al 26 aprile l’introduzione della zona gialla, ma con un cambiamento rispetto al passato, nel senso che si dà precedenza all’attività all’aperto, anche la ristorazione a pranzo a cena e alle scuole tutte, che riaprono completamente in presenza nelle zone gialla e arancione mentre in rosso vi sono modalità che suddividono in parte in presenza e in parte a distanza”.

la cabina di regia è formata da Draghi, dai suoi ministri, dal presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro e dal coordinatore del Cts, Franco Locatelli.

“La campagna di vaccinazione va bene, con tante sorprese positive e qualcuna negativa e questo è stato fondamentale per prendere le decisioni sulle riaperture” ha confermato Draghi, anche se la popolazione dovrà continuare scrupolosamente a rispettare le norme anti-Covid, come uso di mascherine ed evitare assembramenti.

Gli spostamenti saranno consentiti tra regioni gialle e con un pass tra regioni di colori diversi. Sul pass, ancora bisogna chiarire cosa possa prevedere.

Dal fronte economico invece, il premier è intervenuto sul Recovery Plan specificando come il piano nazionale di ripresa e resilienza sarà composto di 191,5 miliardi circa, di cui 69 a fondo perduto, 122 prestiti, più 30 del fondo di accompagnamento al Pnrr. “Se la crescita si traduce in quel che ci aspettiamo sarà una crescita sostenibile e rispettosa dell’ambiente”, ha aggiunto.

Parlando in particolare dei 40 miliardi previsti dallo scostamento di bilancio, ciò che secondo Draghi merita attenzione “… non è solo la cifra ma il percorso di rientro dal deficit, che è poco meno del 12%, solo nel 2025 si vedrà il 3%. Questa è una scommessa sulla crescita: se la crescita sarà quello che ci attendiamo da tutti questi provvedimenti, dal piano di investimento, dal Pnrr, dalle riforme, pensiamo che non servirà una manovra correttiva negli anni a venire. Il processo si traduce in un’uscita dal debito per effetto della crescita”.

redazione

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