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“Chi l’ha Visto?”: Olesya Rostova è Denise Pipitone? Un campione di Dna già prelevato

Il programma “Chi l’ha visto?”, torna a parlare della vicenda di Denise Pipitone, piccola mazarese scomparsa dalla sua città il 1° settembre del 2004. La puntata è molto attesa in quanto c’è una ragazza che è stata rapita da piccola, che ha vissuto in un campo rom e che, si spera, possa essere Denise. Una telespettatrice russa, che lavora come infermiera in Val Seriana, nel bergamasco, stava guardando giorni fa un programma di un canale del suo Paese dove una ragazza ha lanciato un appello, vuole trovare la sua famiglia e racconta la storia del rapimento. “Ho chiamato la mia collega e le ho detto di dirmi il numero della trasmissione Chi l’ha visto? – afferma l’infermiera -. Ero emozionata, perché la somiglianza con la mamma di Denise era impressionante”.

La giovane ha la stessa età che Denise avrebbe oggi, 21 anni, e si chiama Olesya Rostova. Denise è scomparsa a 4 anni, Olesya è stata ritrovata a 5 anni in un campo rom. Perché ritrovata? Perché chiedeva l’elemosina assieme ad una donna; le autorità che le fermarono scoprirono che quella donna non era la madre della piccola Olesya. La giovane sa qual è la sua storia, il nome che oggi porta pare non sia quello di nascita.

La trasmissione condotta da Federica Sciarelli su Rai Tre, ha confrontato la somiglianza tra la ragazza con Piera Maggio e il padre della bimba scomparsa da Mazara del Vallo, Piero Pulizzi.

L’avvocato Frazzitta afferma: “La somiglianza è incredibile. Ma in questi 17 anni tante sono state le segnalazioni e tante le somiglianze, ma purtroppo parecchie le delusioni che la madre di Denise, Piera Maggio, ha subito. Quella dei rom era una pista seguita da anni. Vi ricordo la guardia giurata di una banca di Milano che aveva anche fatto un video di una bimba con una donna nomade, poi però andate vie e mai più ritrovate. Quindi è una storia che va verificata, va verificato il Dna. Io nella mia scrivania ne ho una serie di segnalazioni che però non hanno fatti realmente riconducibili. Ma questa storia in Russia merita di essere portata avanti. Negli anni ci ha confortato solo l’affetto delle persone che ci sono state vicine”.

Sciarelli mostra di nuovo il video girato a Milano dalla guardia giurata, dove viene mostrata una bimba, verosimilmente chiamata dalla donna rom che l’accompagnava, “Danase”; la bimba mangiava una pizza – offerta dalla guardia per perdere tempo utile – e poi dice alla donna con una cadenza che il legale Frazzitta definisce “tipicamente siciliana”: “Dove mi porti?”. L’uomo che aveva interagito con la bambina, più o meno pure di 4 anni, ha notato un graffio, lo stesso, profondo, che aveva sul viso Denise. Quella bimba del video si cerca ancora oggi, peraltro.

Olesya ha un graffio ma sul sopracciglio, una sorta di cicatrice.

L’inviato da Mosca ha dichiarato che già è stato prelevato un campione di Dna e che alla trasmissione russa sono arrivate altre tantissime segnalazioni. Al momento Olesya si trova fuori Mosca.

C’è apprensione e, se si dovesse risolvere il problema dei 15 giorni di quarantena obbligatoria nel paese guidato da Putin, per accelerare l’iter di riconoscimento della ragazza, sarà Frazzitta a volare a Mosca per tutti gli accertamenti. Piera Maggio peraltro, si trova in convalescenza, come affermato dal suo avvocato, dopo un intervento.

La Sciarelli, dopo una carrellata di video, specifica: “Dobbiamo dire che i rom non rubano i bambini, ne hanno già tanti loro. Ma è possibile che qualcuno l’abbia ceduta Denise”.

E’ stata ricostruita anche la figura, in questa storia, del magnate kosovaro Behgjet Pacolli, ex marito di Anna Oxa, che si occupava di sequestri internazionali e si era interessato del caso di Denise. L’uomo voleva fare pubblicare un annuncio in cui chiedeva agli eventuali rapitori di Denise, di farsi vivi e parlare con lui. Ma l’annuncio non fu mai pubblicato. Arrivò anche un messaggio anonimo di Piera Maggio dopo la scomparsa, un messaggio inviato da una cabina telefonica, in cui c’era scritto che la bambina dalla Francia stava per essere portata in Svizzera, superando il confine. “Abbiamo contattato anche la Procura e ciò fece allontanare Pacolli che forse voleva agire da solo ed è uscito di scena. Abbiamo pensato ad un certo punto che veramente potesse avere il contatto con Denise Pipitone. Perché mai avrebbe fatto tutto questo?”, afferma Frazzitta.

Alla fine un video ha messo a confronto la vocina di Denise che canta con quella della ragazza, anche se a distanza di 17 anni.

A questo punto, somiglianze a parte definite effettivamente dall’avvocato marsalese “soggettive”, sarà il Dna a chiarire se Olesya sia veramente Denise Pipitone.

Ninny Bornice

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