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Morti per Covid in Sicilia, quando l’assessore Razza disse: “Spalmiamoli un po’”

Nelle oltre 200 pagine dell’ordinanza relativa all’inchiesta sulla falsificazione dei dati Covid in Sicilia, desta particolare impressione un’intercettazione in cui la dirigente del Dipartimento Regionale Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico (D.A.S.O.E.) Maria Letizia Di Liberti parla con l’assessore alla sanità Ruggero Razza dei dati relativi ai decessi in Sicilia nella giornata del 4 novembre 2020.

Come si ricorderà, la situazione dei contagi era in forte aumento in quei giorni, tanto da determinare la sospensione delle attività didattiche in presenza nelle scuole superiori. Il Dpcm del successivo 6 novembre istituì la zona arancione in Sicilia, nonostante le proteste del governo Musumeci che, in forte contrasto con l’esecutivo nazionale guidato da Giuseppe Conte, chiedeva una più soft zona gialla. La politica, in quei giorni, era molto preoccupata per le reazioni che il comparto commerciale poteva avere di fronte a nuove chiusure, dopo le difficoltà avute con il lockdown di marzo e il ritardo nel riconoscimento dei ristori e nei pagamenti dei dipendenti in cassa integrazione.

In questo quadro, la dirigente Di Liberti si confronta con Mario Palermo, suo collaboratore del DASOE, concordando di sistemare i dati relativi ai decessi registrati nel Comune di Biancavilla (7) in modo da non appesantire il totale regionale da divulgare in maniera ufficiale. Così, nonostante fossero stati 26 i deceduti nelle 24 ore precedenti, si dispone di trascrivere un numero più basso (19): “Non superiamo i 2 che è pesante”, raccomanda la Di Liberti a Palermo.

Poco dopo, chiama Andrea Nicosia per parlare con l’assessore Razza.

Una volta “cristallizzato” il dato dei “19 decessi”, la Di Liberti chiama Francesco Lamiani – Addetto Stampa e collaboratore dell’Assessore alla Salute – per “girargli” i dati della giornata, affermando di aver sistemato “assai” il numero dei deceduti assestandoli a 19.

Tra i dati alterati anche quelli riguardanti i tamponi. In un’intercettazione dell’8 novembre la dirigente Di Liberti chiama il suo collaboratore Emilio Madonia, disponendo di aumentare di 2000 unità il numero di tamponi giornaliero, inserendo, nei dati complessivi da comunicare, anche i test antigenici. Chiaramente, un dato più alto di tamponi falsa il dato complessivo sull’indice di positività, che inevitabilmente finisce per risultare più basso rispetto alla realtà.

Significativa un’altra conversazione tra Di Liberti e Razza, risalente al 27 dicembre. Subito dopo Natale, torna ad alzarsi il numero dei contagi e, purtroppo, anche quello dei ricoveri in Sicilia. Ed è proprio su quest’ultimo aspetto che si confrontano la dirigente e l’assessore:

Vincenzo Figlioli

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Tags: Ruggero Razza