La nuova sede dell’Itet “Giuseppe Garibaldi” di Marsala e il futuro dei plessi scolastici “Lombardo Radice” e “Cosentino” continuano a destare l’interesse della politica locale.
Due vicende per certi versi intrecciate, che recano con sé aspetti diversi, di carattere economico e sociale. Il fatto nuovo degli ultimi giorni è che l’amministrazione comunale lilibetana ha sottoscritto un nuovo accordo di collaborazione con il Libero Consorzio Comunale di Trapani che si configura come un ulteriore passo verso la razionalizzazione degli immobili ad uso scolastico e, in particolare, verso il trasferimento dell’Itet presso il vecchio Tribunale di piazza Paolo Borsellino, su cui si era già pronunciato favorevolmente il Consiglio comunale, un paio di mesi fa. Di fatto, il Comune concederebbe l’ex Palazzo di Giustizia al Libero Consorzio per finalità scolastica, riappropriandosi della sede di via Fici, dove verrebbero a loro volta trasferiti gli uffici comunali dell’area tecnica. Tutto ciò, comporterebbe un risparmio di oltre 184 mila euro l’anno per l’ex provincia e l’accorpamento dell’Itet presso un’unica struttura. I lavori di adeguamento delle due strutture sarebbero a carico del Libero Consorzio, che a sua volta si impegnerebbe anche a lasciare nella disponibilità dell’Università di Palermo i locali che ospitano il corso di laurea in Viticoltura ed Enologia. Affinchè il trasferimento vada in porto, occorre però che il Libero Consorzio si pronunci sull’eventuale vulnerabilità sismica dei locali di piazza Borsellino, dove in ogni caso continuerebbero ad operare gli uffici del Giudice di Pace e dell’Unep, attualmente dislocati al secondo piano della struttura. Si legge tuttavia nell’accordo tra i due enti: “Nel caso di esito negativo della verifica di vulnerabilità sismica, così come nel caso in cui gli oneri da sostenere per gli interventi di adeguamento o miglioramento sismico non risultassero compatibili con il proprio piano di razionalizzazione dell’edilizia scolastica, il Libero Consorzio Comunale comunicherà di non poter dar corso ad alcun trasferimento degli immobili oggetto del presente accordo”.
Contestualmente alla vicenda dell’Itet, lo schema di razionalizzazione degli istituti scolastici predisposto da Comune ed ex Provincia torna a chiamare in causa anche il futuro delle ex scuole “Lombardo Radice” e “Cosentino”, da tempo in condizioni di abbandono e degrado. Come si ricorderà, l’amministrazione Di Girolamo aveva puntato con decisione sulla realizzazioni di due nuovi edifici, accettando di cederli al Libero Consorzio in modo da potervi trasferire l’Itet (a Sappusi) e l’Itis (in via Istria). Arrivato fino all’ammissione a finanziamento dei due progetti per un importo complessivo di quasi 20 milioni di euro, l’iter ha recentemente subito una brusca interruzione, dopo che il commissario Raimondo Cerami ha fatto sapere che le suddette strutture non risultano idonee, rispetto ai parametri previsti dal decreto ministeriale del 18 dicembre 1975 sull’edilizia scolastica. Alla luce di ciò, Lombardo Radice e Cosentino non sono più soggette ad alcun vincolo e si apre un nuovo fronte di discussione circa il loro futuro, atteso che la situazione di progressivo degrado in cui versano non è più sostenibile per i quartieri di riferimento. A riguardo, si registra proprio in queste ore una nuova iniziativa da parte di dodici consiglieri comunali (Nicola Fici, Rino Passalacqua, Mario Rodriquez, Walter Alagna, Flavio Coppola, Ivan Gerardi, Leonardo Orlando, Rosanna Genna, Giancarlo Bonomo, Massimo Fernandez, Michele Accardi, Pino Ferrantelli), che hanno sottoscritto un atto di indirizzo congiunto che suggerisce all’Amministrazione di procedere alla redazione di progetti riguardanti la riqualificazione degli immobili comunali “Lombardo Radice” e “Cosentino” in modo da poter attingere ai finanziamenti europei previsti dalla misura PO FESR 2014/2020 – Azione 9.4.1 in materia di social housing. Di fatto, la proposta mira ad inserire il destino dei due plessi in disuso nelle opportunità previste dal citato programma che consente interventi di potenziamento del patrimonio pubblico esistente e di recupero di alloggi di proprietà pubblica dei Comuni ed ex IACP con l’obiettivo di incrementare la disponibilità di alloggi sociali e servizi abitativi per categorie fragili per ragioni economiche e sociali.
Un modello già sperimentato per Amabilina (dove a breve dovrebbero iniziare i lavori di riqualificazione delle aree interessate, dopo l’aggiudicazione alle imprese Castrogiovanni e Fenix) e che oltre alla bonifica dei due edifici potrebbe rivelarsi quanto mai opportuno alla luce della crisi economica determinata dalla pandemia, che si sta inevitabilmente ripercuotendo sulle fasce più disagiate della popolazione.