Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma dell’ex vicesindaco di Marsala, Agostino Licari, che passa in esame i primi sei mesi dell’amministrazione Grillo, senza risparmiare il suo schieramento e il Partito Democratico di Marsala.
A circa 6 mesi dall’insediamento della Giunta Grillo è possibile tracciare un primo bilancio, che non può che essere negativo. La mia valutazione non è dettata da un pregiudizio ma da una semplice constatazione dei fatti. Il periodo che ci separa dal 4 ottobre scorso è stato caratterizzato da immobilismo, da procedure e pratiche discutibili, da poche idee e pochissime iniziative. Quanto all’azione e ai comportamenti del Sindaco essi sono stati quasi sempre incoerenti e sbagliati, confusi e persino dannosi per la città. I pochi provvedimenti adottati, frutto di improvvisazione, il più delle volte sono stati ritirati o modificati creando disorientamento e malumore all’interno della stessa Amministrazione.
Bisogna tuttavia dire che per Grillo è la prima volta che nella sua lunga carriera politica si cimenta come amministratore e questo, si sa, non è un mestiere facile. Se da un lato quest’aspetto costituisce per lui un’attenuante dall’altro diventa motivo di arroganza e colpevolezza se ha la pretesa di voler affermare che quello che fa lui è il meglio che la piazza politica è in grado di offrire. Non sempre, come sta dimostrando, l’aver fatto il parlamentare rende più facile il compito di primo cittadino, specie in una fase complicata che sta attraversando il nostro Paese, pensando magari alla vecchia maniera di ricorrere a quel genere di politica con cui sarà pure facile raccogliere consensi immediati ma sarà impossibile attuare programmi di sviluppo e di progresso per l’intera cittadinanza.
Per avvalorare quanto appena sostenuto parto dal metodo che il sindaco ha messo in campo. Il suo è un metodo che ci fa tornare indietro di decenni prendendo il peggio della Prima Repubblica. Una politica clientelare tutta rivolta a raccogliere il consenso fine a se stesso ed esercitare il potere per il potere. Lo abbiamo visto durante la gestione della pandemia tutta basata sugli appelli populisti e demagogici, senza un’idea che sia una e con iniziative prive di concretezza ed efficacia. Per non parlare della farsa tragicomica registrata nella vicenda del padiglione per le malattie infettive, la gestione dei rifiuti e tanto altro ancora. I primi pochi atti compiuti dall’amministrazione Grillo sono smaccatamente di tipo clientelare: consulenze ed incarichi ad amici e agli amici degli amici, tutto a spese e a carico dei cittadini marsalesi. Ultimo in ordine cronologico è l’episodio di Marsala Schola. Si è cercato di mantenere in piedi l’Ente con l’unico scopo di nominare un consiglio d’amministrazione, dietro consistente compenso, e poter piazzare qualche amico. Per tacere poi del personale che viene gestito previo annullamento dei concorsi pubblici e trasparenti già avviati ripristinando le esperimentate logiche clientelari dei comandi degli incarichi ad Intuitu personae o assunzioni effettuate tramite società di lavoro interinali.
Questi sono alcuni elementi ma ce ne sarebbero molti altri da aggiungere, non meno deleteri. Tanti se si considera il tempo limitato in cui ha operato l’amministrazione Grillo. Di questo passo non basta il mio giudizio né quello di molti altri che hanno espresso delusione e preoccupazione per la piega che sta prendendo questa amministrazione, formata da una destra sovranista e populista con dentro forze politiche reazionarie, quali Fratelli d’Italia. Occorre che accanto al giudizio e alle preoccupazioni agisca e si organizzi uno schieramento politico e sociale capace di impedire il consolidarsi di un disegno di arretratezza e di inefficienza come quello voluto e portato avanti da questo sindaco e da alcuni esponenti vecchi e nuovi che lo sostengono e che la nostra città non merita.
In questo quadro appena delineato quel tipo di schieramento auspicato è venuto purtroppo clamorosamente meno. Nel Consiglio comunale di Marsala non abbiamo nessun nostro rappresentante. Tutti hanno notato che una parte della sinistra di cui faccio parte, in questi sei mesi, è stata inerte e silente. Per certi versi si è avuta la sensazione che fosse compiacente e persino complice nei confronti di alcune prese di posizione del Sindaco. Non c’è da sorprendersi. Per certa sinistra marsalese è congenito l’essere ipercritica fino all’autolesionismo e propensa a ricercare, in maniera affannosa e maniacale, il pelo nell’uovo e a fare le pulci quando amministra una giunta di centro sinistra e mostrarsi tollerante e cieca da non vedere la trave nell’occhio quando ad amministrare, come, in questo caso, è la destra.
Più grave è il fatto che a rimanere muto è il mio partito, il Pd di Marsala. Un Partito che non riesce a costruire una alternativa a questa amministrazione e che fa opposizione per timidi annunci o banali proclami che evidentemente lasciano il tempo che trovano. “Noi siamo opposizione a questa giunta” dichiarava la segretaria e dopo questo evanescente enunciato non seguiva più nulla, né una presa di posizione, né una dichiarazione incisiva degna di questo nome. Il nulla, come il nulla, è stata la gestione in questi mesi della segretaria Mezzapelle. Mi duole molto affermare tutto questo ma mi sentirei un ipocrita se non lo facessi.
Una segretaria eletta per acclamazione con un accordo di tutte le correnti per ricostruire il partito di tutti, si disse allora. E invece è stata una sorta di commissaria messa lì da tutti per condurre un’operazione di puro congelamento e d’immobilismo confacente a una logica di correnti asfittiche ed inerti che hanno come obiettivo l’occupazione del potere fine a se stesso, senza rappresentanza di interessi, né tanto quelli meritevoli di un grande partito appartenente alla famiglia socialista europea. Un po’ quello che ha denunciato Nicola Zingaretti lasciando la segreteria con la terrificante espressione: “Mi vergogno di appartenere a un partito di correnti che pensa al potere e ai posti di comando”. Sarebbe già un obiettivo importante e per il bene del Partito se l’attuale segretaria si facesse da parte per poter iniziare un nuovo percorso di costruzione anche qui a Marsala così come si è fatto a livello nazionale con l’avvenuta elezione del nuovo segretario, Enrico Letta.
Confido molto nel nuovo segretario sul fatto che possa consentire la nascita del nuovo Partito democratico portatore di idee progressiste, riformiste, ambientaliste e di una sinistra moderna ed europea. Di un partito che parta davvero dal basso e che non sia più ricettacolo di cordate e di lotte di correnti che gestiscono il potere senza alcuna rappresentanza democratica e popolare da parte degli iscritti e dei militanti.
Che finalmente il PD riesca ad acquisire quella identità e diventi effettivamente portatore di ideali e di interessi di tante donne e uomini che lottano per un riscatto sociale, economico e culturale.
Ha fatto bene il Segretario a dire basta con unanimismi di facciata, occorre lavorare per una linea politica chiara, visibile ed incisiva.
Per troppo tempo noi non siamo stati percepiti come veri portatori di interessi dei lavoratori, degli ultimi e dei diseredati.
Bene ha fatto Letta a porre con forza alcune questioni che ci caratterizzano: lo ius soli, la questione femminile e dei giovani. A questo punto mi sentirei di chiedergli, dato che cerca il contatto dal basso e della base del Partito, di porre all’apice dell’agenda la questione del diritto del lavoro sia per chi ce l’ha e sia per chi lo cerca. Un altro tema importante è la questione del cuneo fiscale in antitesi alla flaxtax di Salvini. Proponiamo la riduzione drastica delle tasse sul lavoro, di tutto il lavoro recuperando il mancato gettito da una vera lotta alla evasione e una tassazione sulla rendita e sui patrimoni garantiti dai paradisi fiscali.
Ma per ora davanti a noi c’è un emergenza che non possiamo eludere: la pandemia. In ogni parte del mondo ciascuno è chiamato a fare la propria parte. In una fase così caotica e drammatica anche il nostro Partito deve svolgere, in tutte le sue istanze e su tutto il territorio nazionale, un ruolo di orientamento accanto a un convinto sostegno al governo Draghi di cui il Pd ne è parte integrante.
Agostino Licari