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L’uomo di marmo, una vita per il lavoro. Storie tra le cave di Custonaci. VIDEO

Sessantacinque anni passati nelle cave di “perlato di Sicilia”, una delle perle che si nascondono nel sottosuolo del distretto di Custonaci. È la vicenda di Pino Vinci, 77 anni, artigiano dell‘industria estrattiva trapanese, iniziata il giorno dopo aver conseguito la licenza elementare.

A raccontarne le storie, di ieri e di oggi, tra le cave di marmo, è Davide Colella per Collettiva, una piattaforma nata dalla Cgil per raccontare il lavoro e il sindacato: lotte, conquiste, pratiche e battaglie.

Per il piccolo Giuseppe, 11 anni compiuti nel febbraio del 1955, l’attività di giovane garzone è durata un’estate appena. Poi ha iniziato a impegnarsi quanto e più di un uomo. Con impegno e dedizione questo ragazzo ha velocemente appreso l’arte del ‘pirriature’, ossia i principali compiti da svolgere negli impianti di estrazione e trasformazione del marmo del distretto di Custonaci.

Il suo racconto scandisce l’evoluzione tecnologica che ha reso questo mestiere più moderno e sicuro. Denuncia i casi di sfruttamento, fenomeno non ancora debellato nonostante il comparto produca molta ricchezza. Esprime la soddisfazione dell’insegnare ai più giovani i trucchi del mestiere e la dignità del lavoro.

Dall’emergenza Covid, negli impianti di trasformazione marmiferi scarseggia la materia prima. Secondo le parti sociali, la causa è l’eccesso di burocrazia che impedisce lo sfruttamento di nuovi giacimenti e frena l’economia siciliana

A Custonaci, su 5 mila abitanti, almeno 1.500 sono impiegati nelle oltre 200 cave di marmo sparse tra monte Cofano e monte Sparagio, su una superficie di tre chilometri quadrati. Un settore che per il comune trapanese vale oltre 45 milioni di euro, grazie ai blocchi di “perlato di Sicilia” esportati in tutto il mondo, facendo di Custonaci il secondo bacino marmifero italiano.

A livello regionale, gli addetti superano le 10 mila unità, la stragrande maggioranza impiegati nel settore della trasformazione della materia prima, per oltre 140 milioni di euro di esportazioni. Oltre il 7% del Pil dell’isola. Un’attività antichissima: oltre 2.500 anni fa, nel VI Secolo a. C., dalle cave di Cusa furono estratti i materiali per erigere i templi di Selinunte.

redazione

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