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Mengele e aborto, Cavasino porta il dibattito in Consiglio e propone una modifica al registro dei bambini mai nati | VIDEO

Il Consiglio comunale di Marsala è tornato a parlare di temi etici. Una materia che è strettamente legata a posizioni personali di coscienza e, dunque, potenzialmente divisiva anche a livello locale, come dimostra quanto avvenuto la scorsa estate in seguito all’istituzione del registro dei bambini mai nati. In apertura di seduta, è stato il consigliere di Liberi Piero Cavasino a riprendere proprio quella vicenda, così come quella che ha avuto come protagonista don Bruno de Cristofaro, parroco dell’Opera di Birgi, sostenitore di un discutibile parallelismo tra gli orrendi esperimenti del dottor Mengele e la legge sull’interruzione di gravidanza.

Ribadendo l’importanza del ricordo della Shoah, reso solenne con l’istituzione della Giornata della Memoria, Cavasino pur esprimendo solidarietà al sacerdote per gli attacchi personali ricevuti, ha definito azzardato il suo paragone. “Ho trovato infelici le dichiarazioni del parroco, laddove azzarda un’analogia, ponendo sullo stesso piano le condotte poste in essere dal regime nazista e quelle poste in essere dalle donne che, legittimamente, ricorrono alla pratica abortiva”. Per Cavasino non si può assolutamente assecondare un paragone del genere, che arriva a mettere sullo stesso piano le condotte di chi effettuava esperimenti genetici sui bambini con le scelte, molto sofferte e travagliate, delle donne che hanno deciso di interrompere le proprie gravidanze. Se dunque sono da considerare “vergognosi gli attacchi sui social a padre Bruno”, la stessa solidarietà va espressa a tutte le donne che sono state accostate ai terribili crimini nazisti, sol perchè “hanno esercitato un diritto legittimato dallo stato democratico”, con l’approvazione della legge 194 del 1978 e la successiva conferma referendaria del maggio 1981. “Le opinioni religiose – ha aggiunto Cavasino – non possono superare la legge”.

Sul tema si è innescato un breve, ma acceso dibattito in aula, con gli interventi del presidente Enzo Sturiano (“paragone forte, ma ognuno ha il diritto di esprimere le proprie opinioni”), e dei consiglieri Flavio Coppola e Rino Passalacqua. L’esponente del centrosinistra, è stato particolarmente duro nei confronti di don Bruno de Cristofaro, definendo “inammissibili” le sue parole e affermando che dovrebbe scusarsi per quanto dichiarato. Sulla stessa linea anche il consigliere Pino Ferrantelli, che ha parlato di “paragone assurdo” e dichiarando che “l’olocausto rappresenta la vergogna dell’umanità”.

Nella seconda parte del suo intervento, Piero Cavasino si è poi soffermato anche sul regolamento cimiteriale, che lo scorso agosto, ha introdotto l’istituzione di un registro dei bambini mai nati a Marsala. “Sono totalmente contrario nel momento in cui si obbligano tutti i genitori, anche contro il loro consenso”, ha sottolineato il giovane professionista lilibetano, evidenziando come la legge nazionale non preveda la situazione in cui, indipendentemente dalla settimana di gestazione, anche contro il consenso dei genitori, il feto deve essere seppellito al cimitero e iscritto nel registro dei bambini mai nati. Alla luce di ciò, per il principio gerarchico delle leggi (che vede le norme nazionali prevalere in ogni caso su quelle a carattere locale), si configura nel citato regolamento comunale una violazione della normativa nazionale, con il rischio che, come ha evidenziato il consigliere Cavasino, il Comune di Marsala finirebbe anche per soccombere di fronte ai due ricorsi al Tar presentati nei mesi scorsi e, conseguentemente, si ritroverebbe a dover pagare un nuovo debito fuori bilancio.

Alla luce di ciò, il presidente della Commissione Affari Generali, ha preannunciato che al più presto presenterà al Consiglio comunale una proposta di modifica dell’articolo 20 del regolamento cimiteriale, nella parte in cui si fa riferimento all’obbligo di seppellimento del feto e della sua iscrizione nel registro dei bambini mai nati, anche quando il corpicino non abbia superato le 20 settimane di gestazione.

Vincenzo Figlioli

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