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Ergastolo a Margareta, l’avvocato Frazzitta: “Speriamo possa servire da monito per il futuro”

Si è dunque chiuso con la condanna all’ergastolo nei confronti di Margareta Buffa il processo di primo grado tenutosi in Corte d’Assise per l’omicidio di Nicoletta Indelicato. Un procedimento iniziato il 21 ottobre del 2019, a poco più di sette mesi dal brutale omicidio della giovane marsalese e che ha attraversato anche i mesi del lockdown, prima di concludersi nel pomeriggio odierno con l’accoglimento da parte della Corte della richiesta di ergastolo, formulata dalla pubblica accusa. La famiglia Indelicato ha accolto la sentenza con senso di giustizia, benchè niente e nessuno – purtroppo – potrà restituire loro l’amata figlia e colmare il dolore di una perdita prematura, ingiusta e straziante. Accanto ai genitori di Nicoletta, gli avvocati di parte civile Giacomo Frazzitta e Piero Marino, che si erano associati alla richiesta del massimo della pena per la Buffa.

“Si chiude un capitolo di una vicenda che ha scosso profondamente gli animi dei marsalesi”, commenta l’avvocato Frazzitta, che riconosce come la giustizia abbia fatto il suo corso “con una tempistica di risposta forte: in meno di due anni da un omicidio particolarmente controverso, abbiamo una condanna a trent’anni e una all’ergastolo”.

Chiaramente, come evidenzia lo stesso penalista marsalese, la tragicità della vicenda impone equilibrio e sobrietà: “Non si può gioire di un ergastolo, che è una pena molto grave, conseguenza di un fatto molto grave. Speriamo che questa sentenza possa servire da monito per il futuro, affinchè vicende di questo genere non avvengano più, benchè i fatti recentemente accaduti a Caccamo, con il ritrovamento del corpo senza vita della giovane Roberta Siragusa, ci abbiamo fatti ripiombare nell’orrore”.

Al di là delle condanne di Buffa e Bonetta, resta comunque la fondata sensazione che alcuni pezzi di questa tragica storia siano ancora da comporre. In attesa di conoscere le motivazioni della sentenza della Corte d’Assise, va detto che nel corso del processo – come evidenzia l’avvocato Frazzitta – sono stati introdotti ulteriori elementi di valutazione che potrebbero essere utili per ulteriori attività investigative. “Fino a stamattina – aggiunge il legale marsalese – sono stati depositati dalla Procura altri atti. Ad esempio, da accertamenti fatti è emerso che le lettere fatte pervenire da Bonetta a Margareta non sarebbero state inviate dal carcere in cui lo stesso è recluso. Invece, risulterebbe che dopo la requisitoria, Margareta ha inviato dal carcere una lettera a Bonetta”.

Chiusi i processi di primo grado, tuttavia, dalla prossima settimana si passa al secondo, con il processo d’appello a Carmelo Bonetta che comincerà il 9 febbraio a Palermo.

redazione

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