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Scorpion Fish: muore in carcere uno degli imputati

Stamattina all’alba, presso il carcere di Termini Imerese, è stato rinvenuto il corpo senza di vita del 29enne Chiheb Hamrouni. Il giovane era tra i principali imputati nell’ambito dell’indagine “Scorpionfish” della procura antimafia di Palermo conclusa con importanti condanne lo scorso 4 giugno con una sentenza della Corte di Assise di Appello di Palermo, presieduta da Angelo Pelino. Nella circostanza, Chiheb Hamrouni era stato condannato a 6 anni e 6 mesi di reclusione.

La direzione del carcere ha avvisato questa mattina il difensore avvocato Fabio Sammartano riferendo di un arresto cardiaco, che avrebbe determinato la prematura dipartita del suo assistito. Tuttavia i medesimi uffici hanno altresì avvisato i familiari abitanti nel trapanese precisando loro di un’aggressione subita in cella con circostanze ancora da chiarire.

La salma è stata posta sotto sequestro a disposizione dell’autorità giudiziaria di Termini Imerese (pm Giacomo Barbara) e su di essa verrà eseguito un esame autoptico, per chiarire le dinamiche della vicenda.

Chiheb Hamrouni aveva da poco reso importanti dichiarazioni nell’ambito di altre indagini della DDA palermitana in materia di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e contrabbando transnazionale di tabacchi lavorati esteri.

L’inchiesta “Scorpion Fish” risale al mese di giugno 2017, quando le indagini coordinate dal procuratore Francesco Lo Voi di Palermo e dai sostituti Calogero Ferrari, Federica La Chioma e Claudia Ferreri, hanno fatto luce su un traffico di migranti e contrabbando di tabacco tra la Tunisia e la Sicilia Occidentale.

Secondo quanto appurato dall’accusa, i soggetti coinvolti avrebbero fornito supporto logistico per l’organizzazione delle traversate “di lusso”, che costavano anche 3000 euro agli immigrati che intendevano raggiungere le coste siciliane.

redazione

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