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Myriam De Luca, “L’invisibile Nutrimento” (Ed. Thule), recensione di Giovanni Teresi

Nell’opera poetica “L’invisibile nutrimento” di Myriam De Luca, già dai primi versi della lirica “Fluttua l’anima/ tra la voglia di liberarsi dai suoi vizi/ e l’insidiosa tentazione/ di compiacersi in essi/  Strappo dal letto della sopportazione la coperta dell’ambiguità/…
si evince lo  ὠσμός, tra il vero e il falso esistenziale e la  ἔρευνα dell’amore e libertà ex hoc mundo percorrendo la via solitaria del cambiamento/ balsamo per le mie incertezze/…

La poetessa De Luca fa propria l’arte della ricerca della parola come intuizione lirica e pura; contemplazione del sentimento. Tale concezione, in cui l’arte – alogica – è una suprema distillazione estetica, sembra essere vicina a quella del decadentismo (poeta-profeta, staccato dalla realtà).
Una beata tranquillità/ si adagia sopra nuvole soffici/ che mi ovattano/ dalla voce stridula dell’’ignoranza/ …
Questo fiore di poesia è coltivato con la concezione classica della forma, di una forma che assorbe il contenuto, lo svuota di sentimento pratico, drammatico, emozionale, logico, e lo rende ineffabile ai degustatori.
Esprimere la felicità non è facile, ma la Nostra le dà un significato in semplici e significativi versi nella poesia “Il tempo che vorrei”: Vorrei un tempo/ di gesti e parole/ che sussurrano/ emozioni di pace/ …/ Un tempo di musica per coprire la collera/ …
Amore e gratuità sono le due cose che possono dare un minimo di speranza a questa civiltà, ormai assediata solamente dagli interessi, dalla velocità del tempo, come “Al di là della pelle” Abbracciati/ nell’eternità dell’universo/ non servono parole/ …/ Ridisegno per te i confini della terra/ con i colori della certezza.
L’ anima che contempla la bellezza diventa essa stessa bella, partendo dalla contemplazione si perviene alla creazione, quest’ultima non riuscirà mai a raggiungere l’ideale.
L’ importanza di una coesione coordinatrice tra la sensibilità e l’ intelletto è resa manifesta poeticamente nei versi “La poesia di un attimo” … Entro dentro un dipinto/ dove la natura trabocca/ …/ così che la poesia di un attino/ brilli per sempre.  come nei versi schilleriani contenuti in “ Gli artisti”. Qui si specifica che l’ arte ed il problema estetico sono unicamente di dominio umano, se possiamo trovare l’astuzia nel serpente, l’industriosità nelle api e la scienza negli spiriti superiori, ciò non possiamo farlo per la contemplazione – creazione artistica.
La poesia di Myriam De Luca è libertà che compie la sua traversata con la forza che deriva da moti ondosi e calme che si alternano e si manifestano nell’anima: “La coscienza convalescente/ si gode dal suo vascello sicuro e prudente/ la leggerezza di un mare interiore/ ormai prossimo alla guarigione”.
La creazione interna all’arte diviene l’inveramento autentico della contemplazione: l’artista in un primo momento coglierà e riprodurrà la bellezza della natura per poi elevarsi mediante la pittura, la scultura, l’ architettura, la musica ed infine la poesia. Così fa la Nostra soprattutto in “Stringo l’inseparabile” Acqua di pioggia/ ripulisce sabbie scure/rimaste immobili/ dinanzi al mare/ Cedo alla profondità del cielo/ che sprigiona echi/ sterminati di libertà.
Oggi, penso che l’essere umano, gettato nella caos di una sensibilità ferina, di una selva dove i sentieri si manifestano come ciechi desideri, comincia ad aspirare alla virtù ed alla verità solo quando fa il suo trionfale ingresso nell’ arte e nella bellezza; una sorta di trait d’union tra la fanciullezza della sensibilità e la maturità dell’intelletto tra “Frammenti di umanità” che sbocciano come fiori/ di pietra non colti/come finestre verso l’oltre/ come profumo di miele/ e frutti di gioia/ in tempore famis/ come luoghi di sosta/ per viandanti stremati/ di ogni dove.

Nell’invisibile nutrimento rimane la poesia espressa in intima sincera parola di Myriam, la sua fragilità ed illusioni che trovano espressione nei versi “Cerco” una strada maestra/ che risvegli il senso della vita/ …/ dove l’amore giace/ nello stesso luogo dell’odio …  e in “Inesplicabili stupori”
Spazzolo parole/ rimaste sospese/tra casualità e scadenze/ L’eloquenza di incanti imprevisti/mi accerchia/ e accende inesplicabili stupori.
Le parole di Myriam De Luca si fanno verso del mistero invisibile che è l’amore, perché l’amore è un poeta che dona un verso. L’amore è la danza sul ponte della musica, è il canto alla luna come la lirica che apre la silloge: “Arriverà l’amore”.

[ Giovanni Teresi ]

redazione

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