Festivi e prefestivi in rosso, feriali in arancione. Si presenta così il Decreto Legge Natale, i cui contenuti principali sono stati illustrati dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al termine di una lunga riunione del Consiglio dei Ministri. Confermate dunque le indiscrezioni delle ultime ore, legate alle raccomandazioni del Comitato Scientifico per contenere il contagio in vista di una probabile nuova ondata virale a gennaio: l’Italia sarà, dunque, un’unica zona rossa dal 24 dicembre al 6 gennaio, con l’esclusione del 28, 29, 30 dicembre e del 4 gennaio, giornate feriali in cui si passerà alla zona arancione. In tutto il periodo, non ci si potrà spostare da una regione a un’altra. Per Conte, il Decreto Natale rappresenta “un punto di equilibrio tra la necessità di una stretta e alcune deroghe in considerazione, della rilevanza sociale delle prossime festività”.
Nelle giornate con zona rossa è vietato qualsiasi spostamento senza autocertificazione, tranne che per ragioni di lavoro, necessità, salute. Sciolti gli ultimi dubbi sulle riunioni familiari: sarà possibile ricevere nella propria abitazione fino a due persone non conviventi, dalle 5 alle 22. Sono escluse dal computo le persone non autosufficienti o i figli under 14. Nelle giornate “rosse” è consentita l’attività motoria nei pressi della propria abitazione e attività sportiva all’aperto. Saranno chiusi i negozi, i bar, i ristoranti, (tranne l’asporto). Resteranno aperti supermercati, edicole, tabaccherie, farmacie, parafarmacie, barbieri.
Nelle giornate feriali, l’Italia sarà un’unica zona arancione (28, 29,30 dicembre e 4 gennaio): ci si potrà spostare all’interno del proprio Comune, senza autocertificazione e, su sollecitazione di alcune forze politiche, sono stati autorizzati per i cittadini residenti in Comuni più piccoli anche gli spostamenti in un raggio di 30 km, purchè non ci si rechi presso capoluoghi di provincia.
Come detto, bar e ristoranti saranno particolarmente penalizzati in un periodo che, tradizionalmente, porta in cassa lauti guadagni. In ragione di ciò, il governo ha previsto un ristoro immediato di 645 milioni di euro per le citate attività. “Ulteriori interventi – annuncia Conte – saranno inseriti nella Legge di Bilancio a beneficio delle categorie più esposte e meno garantite, come gli autonomi e i lavoratori con partita Iva. Con il nuovo decreto ristori di gennaio, compenseremo delle perdite anche altri operatori, con misure perequative”.
Si è tornati a parlare, nel corso della conferenza stampa, anche della riapertura delle scuole superiori il 7 gennaio. Sollecitato dai giornalisti, Conte ha confermato che al governo sta a cuore il ritorno alle attività in presenza per l’intero comparto scolastico. “Per fare questo, stiamo lavorando tantissimo”. Chiaramente, c’è da ragionare su orari differenziati a fronte di un sistema di trasporti su cui è impensabile dare direttive uniche per tutte le regioni. Tuttavia, Conte si è detto fiducioso sulla possibilità di un rientro dal 7 gennaio.