Per il terzo anno di fila Trapani occupa il 101° posto nella classifica del Sole 24 Ore sulla qualità della vita. Com’era prevedibile, l’emergenza epidemiologica da Coronavirus che ha caratterizzato il 2020 ha cristallizzato lo stato di crisi economica, che dal 2008 in poi ha posizionato stabilmente il trapanese nelle retrovie di questa speciale graduatoria, elaborata annualmente dal quotidiano di Confindustria. L’edizione di quest’anno dell’indagine sulla qualità della vita, rispetto agli anni precedenti, ha inevitabilmente portato all’introduzione di 30 nuovi indicatori per misurare l’impatto della pandemia sulle vite delle comunità provinciali.
In generale, la provincia in cui si vive meglio è Bologna, quella in cui si vive peggio Crotone (107°).
Tra le province siciliane, Trapani si piazza al sesto posto, dietro Palermo (89°), Catania (90°), Messina (91°), Agrigento (98°), Ragusa (99°) e davanti a Enna 103°, Siracusa 105°, Caltanissetta 106°.
Dal 1990 in poi, il migliore risultato per Trapani è stato il 75° posto del 1992, il peggiore il 104° del 2010.
Scorrendo i vari indicatori, il territorio trapanese si trova al 99° posto per quanto riguarda ricchezza e consumi, il 102° posto per ambiente e servizi, il 74° per giustizia e sicurezza, il 98° in materia di affari e lavoro, il 25° per quanto concerne demografia e società, il 95° sul fronte cultura e tempo libero.
Di seguito alcune considerazioni sulle sei macro aree di analisi individuate.
Ricchezza e Consumi
Pesa, naturalmente, la situazione del reddito pro capite (102° su scala nazionale) che colloca la provincia di Trapani tra le aree più povere dell’intero Paese, come conferma anche il dato sulla spesa delle famiglie per il consumo di beni durevoli (101°) Sempre meno i depositi bancari (106°), a testimonianza di una difficoltà ormai cronica da parte delle famiglie a mettere soldi da parte, che naturalmente si riflette anche sull’accensione dei nuovi mutui per l’acquisto di abitazioni (97°).
Ambiente e Servizi
Drammatica la situazione dei giovani che non lavorano e non studiano, i cosiddetti Neet (104° posto, anche qui uno dei dati peggiori a livello nazionale), così come risulta evidente anche l’effetto della dispersione scolastica sul numero di persone che hanno almeno il diploma (94° posto su scala nazionale). La spesa sociale degli enti locali (36°), risente naturalmente di questa situazione, sebbene gli strumenti messi in campo sia evidentemente insufficienti rispetto alle criticità presenti.
Giustizia e Sicurezza
Resta alto, purtroppo, il numero delle estorsioni (106°), così come delle violenze sessuali (80°), delle truffe e frodi informatiche (77°), degli omicidi da incidente stradale (77°), dei furti in abitazione (74°) e il cosiddetto indice di criminalità, che tiene conto dei reati effettivamente denunciati (74°).
Affari e Lavoro
Le difficoltà economiche del territorio sono confermate dal 4° posto nazionale per quanto riguarda il ricorso alla cassa integrazione ordinaria autorizzata, al 90° posto sul fronte della nascita di startup innovative. Male anche la diffusione della banda larga (73°), l’e-commerce (92°), il rapporto tra export e Pil (94°), lindicatore relativo alle imprese in rete (99°) e alla presenza sul territorio di imprese straniere (92°), che testimonia la scarsa attrattività del territorio in termini imprenditoriali. Stupisce, invece, il 101° posto per quanto riguarda la diffusione del reddito di cittadinanza. L’unica buona notizia è il 13° posto delle imprese al femminile.
Demografia e Società
La provincia di Trapani si piazza al 27° posto per quanto riguarda il tasso di natalità, al 40° per l’indice di vecchiaia (incidenza degli over 65 sulla popolazione complessiva) e al 56° posto per tasso di mortalità. Da notare il 93° posto per numero di infermieri e il 14° posto sul fronte dei casi di Covid-19 in rapporto alla popolazione residente.
Cultura e Tempo Libero
Il trapanese si conferma un territorio in cui è la partecipazione alle competizioni elettorali è tra le più basse (103°), in cui si leggono pochi quotidiani (90°), si fanno pochi spettacoli (98°) e ci sono poche biblioteche (96°) e, tuttosommato, anche di bar (97°). In controtendenza il dato riguardante il cinema (13°) o gli eventi sportivi (37°), ma si tratta di indicazioni complessivamente interlocutorie, in un anno che ha visto ridurre un po’ ovunque le attività legate al tempo libero.